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La riforma della Pubblica Amministrazione (Legge 04/03/2009 n. 15 – D.LGS. 150/2009)

di Stefania D’Urso

Sulla base della legge delega del 04 marzo 2009, n 15, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni, definita spesso nel linguaggio comune,legge antifannulloni, è stato approvato Il D.Lgs. 27-10-2009, n. 150.
Riforma destinata a rivoluzionare il funzionamento dell’amministrazione italiana, nell’ottica dell’ aumento di produttività del lavoro pubblico.

Il decreto intende assicurare,”una migliore organizzazione del lavoro, il rispetto degli ambiti riservati rispettivamente alla legge e alla contrattazione collettiva, elevati standard qualitativi ed economici delle funzioni e dei servizi, l’incentivazione della qualità della prestazione lavorativa, la selettività e la concorsualità nelle progressioni di carriera, il riconoscimento di meriti e demeriti, la selettività e la valorizzazione delle capacità e dei risultati ai fini degli incarichi dirigenziali, il rafforzamento dell’autonomia, dei poteri e della responsabilità della dirigenza, l’incremento dell’efficienza del lavoro pubblico ed il contrasto alla scarsa produttività e all’assenteismo nonché la trasparenza dell’operato delle amministrazioni pubbliche anche a garanzia della legalità”.

Quindi, i principi ispiratori della riforma del pubblico impiego sono il criterio di trasparenza e la valorizzazione del merito. La trasparenza, intesa come accessibilità totale alle informazioni sull’organizzazione e sull’attività delle pubbliche amministrazioni e la valorizzazione del merito, come attribuzione selettiva degli incentivi economici e di carriera, al fine di premiare i dipendenti capaci e meritevoli.
Ed in questo contesto, è inserito il cd. ciclo della gestione della performance, un sistema diviso in varie fasi,tra cui la definizione degli obiettivi da raggiungere, il monitoraggio delle performance e la rendicontazione dei risultati raggiunti, spettante ai competenti organi di indirizzo politico amministrativo nonché ai competenti organi esterni, ai cittadini, ai soggetti interessati, agli utenti e ai destinatari dei servizi.

Gli artt.67 e seguenti del D.Lgs. 150/2009 regolano poi la disciplina delle sanzioni e del sistema di responsabilità dei dipendenti pubblici, con riferimento soprattutto alla lotta all’assenteismo e alla scarsa produttività. In particolare, sono previste:
• La semplificazione dei procedimenti disciplinari ed un aumento della loro funzionalità
• La validità della pubblicazione del codice disciplinare sul sito web dell’amministrazione
• L’autonomia ed il coordinamento tra procedimento disciplinare e procedimento penale
• Un innovativo sistema di sanzioni soprattutto in riferimento a false attestazioni di presenza e falsi certificati medici.

Il decreto,inoltre, nel titolo IV contiene nuove norme sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche e gli ambiti più rilevanti riguardano la disciplina della dirigenza e della contrattazione collettiva.

Per quanto riguarda i dirigenti, è previsto che ad essi vada attribuita una piena autonomia ed una corrispondente responsabilità nella gestione delle risorse umane e nell’individuazione dei profili professionali necessari per lo svolgimento delle funzioni istituzionali e per il raggiungimento degli obiettivi. Ad essi spetta la valutazione delle performance individuali dei dipendenti in base ai criteri certificati dal sistema di valutazione.

La riforma, in particolare:
– delinea il dirigente come vero e proprio datore di lavoro, in quanto responsabile della gestione delle risorse umane e della qualità e quantità delle prestazioni dei dipendenti. Al dirigente spetta individuare le risorse ed i profili professionali necessari allo svolgimento dei compiti dell’ufficio cui sono preposti.
– Prevede che ai dirigenti sia affidato il compito di effettuare la valutazione del personale assegnato ai loro uffici, non solo per la progressione economica tra le aree ma anche per la corresponsione di indennità e premi di incentivazione.

In tema di contrattazione collettiva, è importantissimo l’introduzione del principio della inderogabilità delle disposizioni di legge, regolamento e statuto sulla disciplina dei rapporti di lavoro dei pubblici dipendenti da parte della contrattazione.

La fonte principale del pubblico impiego diventa nuovamente la legge mentre la contrattazione a cui viene lasciata la disciplina del solo rapporto di lavoro e della valutazione della produttività, perde notevolmente di importanza. Pertanto, con l’attuazione della legge delega 15/2009, viene completamente ridisegnato il sistema delle relazioni sindacali nell’impiego pubblico, attraverso la riduzione delle materie affidate alla contrattazione collettiva.

La legge, perde quindi quel carattere di derogabilità e cedevolezza rispetto alla contrattazione collettiva e acquisisce nuovamente, nel campo del lavoro pubblico, il suo potere regolativo, in quanto si ritiene il legislatore attuale come l‘unica fonte legislativa capace di risolvere tutte le problematiche causate in 15 anni di contrattazione collettiva durante i quali, i sindacati non erano riusciti in pratica a dare soluzioni a problemi cui erano stati chiamati a far fronte.

Stedania D’Urso

Un pensiero su “La riforma della Pubblica Amministrazione (Legge 04/03/2009 n. 15 – D.LGS. 150/2009)

  • Articolo perfetto, chiaro ed esaustivo. Complimenti e grazie.

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