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Dalla Corte dei Conti un no al Ddl intercettazioni: sono un importante strumento contro la corruzione

Il disegno di legge sulle intercettazioni “non appare indirizzato ad una vera e propria lotta alla corruzione”. Lo afferma il procuratore generale della Corte dei Conti, Mario Ristuccia, nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario a cui hanno partecipato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il presidente del Senato Renato Schifani, i ministri della Giustizia Angelino Alfano, del Lavoro Maurizio Sacconi, della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta e il governatore della Regione Lazio Renata Polverini.

Le intercettazioni, sottolinea ancora il procuratore generale, costituiscono “uno dei piu’ importanti strumenti investigativi utilizzabili allo scopo” di contrastare il fenomeno della corruzione.

La Corte dei conti boccia anche la legge Cirielli, che ha dimezzato i termini di prescrizione “con il risultato che molti dei relativi processi si estingueranno poco prima della sentenza finale, sebbene preceduta da una o due sentenze di condanna”.

Quanto al ddl sul processo breve la Corte auspica che il disegno di legge “non costituisca un ulteriore ostacolo nella lotta alla corruzione”.

Il procuratore generale Ristuccia punta il dito più volte contro la corruzione e le frodi che, avverte, sono “patologie” che “continuano ad affliggere la pubblica amministrazione”. Un fenomeno, sottolinea, che riguarda soprattutto aiuti e contributo nazionali e dell’Ue. “I dati al riguardo non consentono ottimismi”, spiega il procuratore secondo cui la situazione di “cattiva amministrazione, nonostante i progressi conseguiti in termini di efficienza, continua a caratterizzare in negativo l’immagine complessiva dell’apparato amministrativo”. Inoltre, prosegue Ristuccia, si assiste a una “rimarchevole diminuzione delle denunce che potrebbe dare conto di una certa assuefazione al fenomeno verso una vera e propria ‘cultura della corruzione”‘. Inoltre ci si “interroga in termini dubitativi” se il federalismo fiscale, rendera’ piu’ diretta la relazione tra decisioni prese e risultati conseguiti “ovvero possa avere l’effetto contrario di aumentare la corruzione”.

Sul federalismo fiscale però non sono solo ombre. ”Uno dei benefici maggiori attesi dal conferimento di beni dello Stato alle amministrazioni locali” e’ quello connesso ”alla possibilita’ di ottenere una migliore redditivita’ dal patrimonio trasferito”. ”La Corte, pur rilevando come la dimensione dei beni da trasferire sia di fatto contenuta -aggiunge Gianpaolino- ha evidenziato due importanti effetti positivi del provvedimento: da un lato, offrire un volano finanziario per specifici interventi di riqualificazione del territorio e, dall’altro, rappresentare una importante opportunita’ per rivedere e potenziare le possibilita’ di utilizzo di un patrimonio spesso trascurato o messo a reddito in maniera inadeguata”.

Tra le criticita’ del federalismo fiscale, la Corte sottolinea ”il rischio che, nel complesso, l’impianto previsto possa produrre squilibri in termini di dislocazione territoriale del gettito fiscale -aggiunge Gianpaolino- (principio cardine del nuovo assetto) e di incertezza sulla sua effettiva invarianza”.

La Corte dei conti lancia poi un vero allarme sul settore della sanità, in cui si verificano “con sorprendente facilita’ veri e propri episodi di malaffare con aspetti di cattiva gestione, talvolta favoriti dalle carenza del sistema dei controlli”. La magistratura contabile mette quindi in evidenza gli effetti dalla malasanità: l’importo complessivo di danno erariale contestato ammonta a circa 254 milioni di euro, in gran parte concentrato nella regione Lazio (oltre 130 mln), in Sicilia (oltre 69 mln), in Calabria (oltre 38 mln) ed in Lombardia (oltre 17 mln). Altri consistenti importi attendono verifiche in Campania e Abruzzo.

Tra questi di “significativa rilevanza” e’ l’ipotesi di danno erariale contestato nel Lazio per frodi nella gestione di case di cura convenzionate, “per irregolari erogazioni di prestazioni riabilitativa (quasi 130 mln) e quelli contestati in Sicilia per l’ingiusta erogazione di somme a societa’ (circa 31 mln) e per la costituzione di una societa’ per azioni per l’affidamento dei servizi del 118 (oltre 37 mln)”.

Quanto al versante economico, “sull’impianto della manovra, la Corte ha formulato valutazioni puntuali sugli interventi di natura fiscale, con particolare attenzione alle misure per la lotta all’evasione, alle riduzioni lineari della spesa statale, alle misure per il pubblico impiego e agli interventi relativi alla finanza regionale e locale e, pur nella consapevolezza di un indirizzo restrittivo imposto dal comune impegno europeo, sono state sollevate preplessita’ sulla sostenibilita’ di alcuni ‘tagli di spesa’ e sulla piena realizzabilita’ di specifici interventi, sia dal lato della spesa che su quello delle entrate”.

”Ma, soprattutto, e’ stata avanzata la preoccupazione per l’effetto di un ulteriore rallentamento della crescita economica, verosimilmente connesso alle misure di freno della spesa e di aumento delle entrate tributarie -continua Gianpaolino- in tal senso, la Corte ha richiamato l’urgenza di un impegno rafforzato in direzione della riqualificazione della spesa pubblica, cosi’ da consentire di sostituire gradualmente gli interventi indifferenziati di contenimento con misure piu’ selettive”.

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