Giustizia

Per un nuovo diritto umano: il diritto alla conoscenza

umani2Articolo del Prof. Pancrazio Caponetto

Nessuno tocchi Caino (organizzazione non governativa che si batte per l’abolizione della pena di morte ), il Partito Radicale Nonviolento Transpartito Transnazionale e Non c’è pace senza giustizia (associazione internazionale che lavora per la promozione dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto ), hanno lanciato una campagna per la codificazione del diritto umano universale alla conoscenza, cioè il diritto di conoscere in quale modo e perché gli Stati prendano decisioni che influiscono sui diritti umani e le libertà civili dei cittadini, soprattutto per quanto riguarda le questioni di “sicurezza nazionale.”

Negli ultimi anni per difendersi dalle minacce del terrorismo, dell’immigrazione e delle organizzazioni criminali che gestiscono il traffico degli stupefacenti, molte nazioni hanno proclamato un vero e proprio “stato di emergenza” , usando mezzi e strategie militariste. Lo Stato di diritto rischia di essere cancellato dallo Stato di polizia.

Per far fronte a questa situazione si chiede la codificazione del diritto alla conoscenza che contribuirebbe a potenziare i meccanismi di controllo democratico a disposizione dei cittadini, migliorerebbe il rapporto tra eletti ed elettori, contribuirebbe al progresso della democrazia e del diritto nazionale e internazionale, garantirebbe il rispetto dei diritti umani.

Nel 1966 gli Stati Uniti d’America hanno approvato il Freedom of information act, una legge sulla libertà di informazione che ha aperto a giornalisti e studiosi gli archivi di Stato, consentendo l’accesso a documenti coperti da segreto. La legge ha garantito più trasparenza e informazione per i cittadini e il diritto di cronaca e maggiore libertà di stampa per i giornalisti. Attualmente diverse nazioni nel mondo hanno leggi simili al Freedom of information act.

Tuttavia in alcune situazioni leggi simili sembrano non bastare. Nel 2003 una coalizione di nazioni guidata da Stati Uniti d’America e Gran Bretagna, iniziò la seconda guerra del Golfo per abbattere il regime di Saddam Hussein al potere in Iraq. Il governo americano e quello inglese giustificarono l’intervento militare, sostenendo che il regime iracheno era in possesso di armi di distruzione di massa che costituivano una minaccia. Questa versione ufficale ha sempre fatto nascere molti dubbi nella stampa e nell’opinione pubblica ( armi di distruzione di massa in Iraq non sono mai state trovate ).

Del resto nel 2002 il governo britannico aveva sostenuto che le questioni del disarmo e del cambio di regime in Iraq si potevano risolvere diplomaticamente. Finalmente, nel 2009 il Primo Ministro inglese Gordon Brown ha istituito una commissione di inchiesta per far conoscere la verità sulla guerra in Iraq. La commissione guidata dall’ex diplomatico Sir John Chilcot ha da tempo ultimato i suoi lavori, ma il rapporto conclusivo non è stato ancora pubblicato, probabilmente si attendono le elezioni inglesi del maggio 2015. Tutto questo è stato motivo di rabbia e frustrazione per i familiari delle migliaia di vittime di guerra e per tutta l’opinione pubblica inglese e mondiale che vede ancora negato il diritto alla conoscenza.

La guerra in Iraq e la vicenda della commissione Chilcot, fanno venire in mente alcuni passi del libro IL FUTURO DELLA DEMOCRAZIA, del filosofo Norberto Bobbio. Egli dopo aver definito il governo della democrazia come “il governo del potere pubblico in pubblico”,individuava il principio fondamentale dello Stato costituzionale: ” la pubblicità è la regola, il segreto l’eccezione e a ogni modo è un’eccezione che non deve far venir meno la regola , giacché la segretezza è giustificata, non diversamente da tutte le misure eccezionali ,(…) soltanto se è limitatata nel tempo.”
Nessuno tocchi Caino, Partito Radicale e Non c’è pace senza giustizia stanno lavorando per convocare nel mese di marzo una conferenza internazionale, che si terrà a Bruxelles, nella sede del Parlamento europeo, sul tema: ” Stato di diritto contro ragion di Stato.”
Alla conferenz a parteciperanno esperti nel campo dei diritti umani e delle relazioni internazionali. L’obiettivo è quello di individuare gli strumenti per promuovere la difesa dello Stato di dirittto e i diritti umani, anche attraverso la sottoscrizione di un manifesto-appello.

Per sostenere l’iniziativa è stata lanciata una campagna di autofinanziamento per raggiungere la somma di 15.000 euro, necessaria a sostenere le prime spese.

Per chi vuole aderire: https://www.indiegogo.com/projects/for-a-new-human-right-the-right-to-know

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