Giustizia

Fase 2, CNF: “Ritardi giustizia non imputabili a avvocati”

“Il grande senso di responsabilità ha caratterizzato e caratterizza l’avvocatura nella consapevole scelta di assecondare la necessità di condivisione delle regole per affrontare l’emergenza, anche in settori originariamente ignorati dalle previsioni, nell’accettare -seppur temporaneamente- norme che mettono a dura prova la resistenza dei principi del giusto processo che informano e reggono il nostro sistema, nell’equilibrare le diverse aspettative della categoria, rivendicate nel rispetto del ruolo e con l’unico scopo di garantire sempre e comunque il diritto di difesa”.

Il Consiglio nazionale forense, con un documento licenziato dal plenum, intende sottolineare che “nessuna censura potrà essere rivolta all’avvocatura circa i probabili ritardi nella regolare ripresa dell’attività giurisdizionale”.

“L’impegno e il senso di responsabilità degli avvocati – prosegue il Consiglio nazionale forense – sono evidentemente non soltanto non compresi ma anche poco utili se le rivendicazioni di dirigenti e personale amministrativo rischiano di condizionare la ripresa più delle legittime richieste di tutela del diritto di difesa”.
“L’attività giudiziaria deve ripartire immediatamente – è la conclusione del plenum del Cnf – chi ne ha la responsabilità faccia subito quello che deve nel rispetto delle norme e dei cittadini che hanno il diritto di avere risposte in tempi rapidi. Al ministro della Giustizia e al Governo, la responsabilità di sovvenire alle necessità organizzative e di mettere ordine tra i diversi protocolli e le direttive adottate nei tribunali. L’avvocatura italiana si è sempre fatta trovare pronta nei momenti più difficili per offrire il proprio contributo, alla sola condizione del rispetto reciproco, nell’interesse della collettività che non può permettersi altri lunghi mesi di inattività”.


Fonte: Consiglio Nazionale Forense

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