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Virologi in confusione totale. A chi credere?

E’ davvero inquietante l’assoluta non uniformità di giudizi, previsioni, valutazioni che i virologi nostrani stanno sfoderando in questi mesi di emergenza Covid-19. Se ora taluno mostra un seppur cauto ottimismo, tal’altro si abbandona al pessimismo più oscuro ed opprimente. Un esempio? ecco le dichiarazioni di giornata di due virologi, di segno completamente opposto.

Il virologo Perno: “Indebolito? No, il virus cova sotto la brace”
“Dobbiamo stare a distanza, lavare spesso le mani e indossare la mascherina. Altrimenti, anche se i dati sono positivi, il virus tornerà. Sia chiaro che non ce ne siamo liberati”. Così il virologo Carlo Federico Perno, direttore del dipartimento di Microbiologia all’ospedale Niguarda di Milano, in un’intervista al ‘Giornale’.

“Presente quando il fuoco non c’è più e la brace sembra assopita? Poi basta metterci sopra un po’ di carta per veder ripartire le fiamme. Il virus – spiega – è in questa condizione. Quindi, fuor di metafora, faccio fatica a dire che non ci siano le condizioni per ripartire ma l’eventuale apertura dei confini regionali non va considerata un liberi tutti”.

“In laboratorio all’ospedale Niguarda io e la mia squadra abbiamo appena terminato un lavoro su 400 sequenze del virus. E posso concludere che – sottolinea – non ci sia alcuna evidenza scientifica di un indebolimento. Tuttavia la malattia si è alleggerita, questo si. Ma è accaduto perché abbiamo migliorato la nostra capacità di individuare e diagnosticare i nuovi casi. Inoltre non c’è più quell’effetto a cascata che ci ha travolto nei mesi scorsi. I trattamenti iniziano prima, quando il quadro non si è ancora aggravato”.

Il virologo Silvestri: “Ritirata virus continua imperterrita”
“La ritirata di Covid-19 continua imperterrita, il che ci fa molto piacere. Ormai ho perso il conto dei giorni consecutivi in cui cala il numero totale dei ricoveri in terapia intensiva in Italia – da 541 a 521, quindi di altre 20 unità – e siamo ormai al 12,8% del valore di picco. Ed è importante che scenda anche il numero dei ricoveri ospedalieri totali (da 8.185 a 7.917, quindi di altre 268 unità) mentre i casi attivi scendono da 55.300 a 52.942, quindi di ben 2.358 unità”. E’ l’analisi del virologo Guido Silvestri, docente alla Emory University di Atlanta, che nel consueto spazio battezzato ‘Pillole di ottimismo’ sulla sua pagina Facebook, fa il punto sulla situazione dell’emergenza coronavirus Sars-Cov-2.

Siamo ormai, ricorda, “al giorno 23 dalla riapertura del 4 maggio, ed al giorno 9 da quella più sostanziale del 18 maggio e del tanto temuto ritorno del virus non si vede neanche l’ombra. I numeri non mentono mai”. L’esperto nei giorni scorsi ha invitato più volte a una lettura ragionata dei dati e ha puntato il dito contro interpretazioni allarmistiche quando non in linea con i numeri reali. Oggi torna sull’argomento. “Un lettore un po’ cattivello mi ha scritto che ‘a volte si ha la sensazione che certi commentatori, più del virus, sembrano aver paura che il virus se ne vada’. Per adesso – è la provocazione – lascio che siate voi a giudicare questa affermazione”.

Dunque, a chi credere? A noi piace pensare positivo, non so se siete in accordo…

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