Gli avvocati, i ricercatori e i magistrati onorari
(questi ultimi, se svolgono le funzioni da almeno tre anni) saranno esonerati
dalla prova preliminare del concorso in magistratura. Nella versione definitiva
del decreto legge che il Consiglio dei ministri si appresta a varare domani per
sbloccare la vicenda dei concorsi per uditore giudiziario (si veda «Il Sole-24
Ore» di ieri) sono queste le tre categorie ammesse direttamente allo scritto.
Oltre a chi è in possesso del diploma rilasciato dalle scuole di
specializzazione o sia vicino a ottenerlo ” già esentato, cosi’ come i
magistrati amministrativi e contabili e gli avvocati dello Stato, dai decreti
ministeriali del 28 febbraio e del 23 marzo 2004 con cui sono state indette le
selezioni previste dalla legge 48 del 2001 per 700 posti di uditore ”
eviteranno, quindi, i "quiz" anche i ricercatori che abbiano conseguito il
dottorato in una materia giuridica, gli avvocati e i giudici onorari (purchè
non abbiano subito sanzioni disciplinari). Solo per i giudici onorari è stata
posta la condizione di un’esperienza professionale almeno triennale. Gli
avvocati saranno esonerati, percio’, anche se hanno ottenuto l’abilitazione da
meno di tre anni. «Una scelta incoerente», secondo Paolo Valerio, presidente di
Federmot (l’associazione dei magistrati onorari di tribunale): «Richiedere
soltanto ai magistrati onorari lo svolgimento da almeno tre anni delle funzioni,
significa ignorare, per esempio, che molti già sono avvocati». Questo termine,
probabilmente, è stato correlato alla durata del mandato dei giudici e
procuratori onorari di tribunale (che è, appunto, triennale). Sono infatti
quelli più interessati al concorso per motivi anagrafici, rientrando spesso nel
limite dei 40 anni stabilito per l’accesso in magistratura. Giudici di pace e
Goa, i giudici onorari aggregati che si occupano del vecchio arretrato civile
(che hanno un mandato quadriennale), superano generalmente questa soglia. In
sostanza, il provvedimento uscito dal pre-consiglio dei ministri di martedi’
sembra accogliere le indicazioni dei Tar, ai quali avvocati e magistrati onorari
si sono rivolti nei mesi scorsi lamentando l’ingiustificata disparità di
trattamento rispetto agli specializzati e agli specializzandi). I Tar, infatti,
si sono pronunciati accogliendo le richieste dei legali (ammessi direttamente
allo scritto), ma respingendo quelle dei giudici onorari. Del resto, le vicende
giudiziarie hanno suscitato molti dubbi sulla legittimità della disciplina dei
concorsi spingendo, da ultimo, lo stesso Consiglio di Stato (a fine luglio) a
chiamare in causa la Corte costituzionale. I tempi della Consulta, pero’, mal si
conciliano con l’urgenza del ministero della Giustizia che entro martedi’
prossimo, 7 settembre, deve (o dovrebbe) rendere noto il calendario degli esami.
Non si possono escludere, al momento, sorprese. Tra le novità del Dl
predisposto dal dicastero di Via Arenula, c’è anche l’aver portato da tre a
quattro anni il termine entro il quale bandire i concorsi per uditore
giudiziario, in base alle regole transitorie indicate dalla legge 48/01 (che
prevedono ancora la discussa preselezione). Con questa variazione il ministero
della Giustizia prende tempo fino al 2005 (forse anche per mettersi al riparo da
pronunce di illegittimità). Con quale obiettivo pero’ non è ancora chiaro.
Appare poco probabile l’emanazione di un nuovo bando. Potrebbe avere senso,
invece, una riapertura dei termini per la presentazione delle domande di
partecipazione al concorso (magari cogliendo l’occasione del 7 settembre). Molti
potenziali candidati potrebbero non avere chiesto l’ammissione alle prove,
confidando su un regolamento che è stato ormai scardinato. In ogni caso i tempi
di un concorso atteso da tre anni per rinfoltire l’organico della magistratura
sembrano allungarsi.
Marco Bellinazzo,, Il Sole 24 Ore
