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Le sezioni unite respingono
il ricorso del ministero della Giustizia contro l’assoluzione disciplinare del
magistrato Sansa e chiudono lo scontro sull’intervista "anti-Berlusconi"
Le Sezioni Unite civili della Cassazione hanno messo fine al muro contro muro
tra il ministro Guardasigilli R. Castelli e il CSM in relazione alla sentenza
disciplinare assolutoria emessa, da Palazzo dei Marescialli, nei confronti del
magistrato genovese Adriano Sansa.
In particolare le SU – con la sentenza 7443, depositata il 12 aprile – hanno
rigettato il ricorso di Castelli contro il proscioglimento di Sansa deciso dal
CSM con sentenza depositata lo scorso 15 settembre. Era stato proprio il
titolare di Via Arenula ha sollecitare il procedimento contro Sansa da lui
"accusato" di aver violato il dovere di correttezza ed imparzialità per aver
rilasciato un’intervista molto critica nei confronti del Governo di centro
destra, del premier Silvio Berlusconi e di alcune leggi, tra le quali la "Cirami",
la legge sul falso bilancio, e quella sulle rogatorie.
L’intervista era comparsa su un quotidiano genovese il 20 gennaio 2003 e Sansa –
che è stato anche ex sindaco di centro sinistra del capoluogo ligure – non
aveva usato mezze misure nell’esprimersi sull’esecutivo e sulla sua attività
legislativa. Dopo il proscioglimento deciso dal CSM, il ministro Castelli non si
è arreso e ha presentato ricorso in Cassazione affidandosi a tre motivi. Ma non
ha fatto breccia tra i giudici di Piazza Cavour che hanno ritenuto ben motivato
e privo di vizi logici il verdetto assolutorio.
In proposito le Su civili sottolineano che "una volta ammessa la libertà della
manifestazione delle opinione politiche da parte dei magistrati e le liceità
della partecipazione degli stessi al dibattito politico, non si vede come una
stessa espressione di contenuto politico possa avere una maggiore o minore
attitudine offensiva a seconda che sia pronunciata da un uomo politico, da un
semplice cittadino o da un magistrato".
A sostegno di questo indirizzo, la Cassazione cita la più recente
giurisprudenza della Corte costituzionale in tema di libertà di espressione dei
magistrati.
Infine, le Sezioni Unite ricordano che già il CSM aveva evidenziato come il
pensiero espresso da Sansa "pure nella sua sostanziale discutibilità (controvertibilità),
quanto alla forma, è rimasto nello standard del linguaggio utilizzato
nell’ordinario dibattito politico, senza attingere a vertici di offensività
particolarmente significativi".
Pertanto – concludono gli "ermellini" – si deve escludere che l’intervista in
questione "possa aver minato in qualche misura la credibilità del dr. Sansa
come magistrato e diminuito la fiducia della pubblica opinione nella di lui
imparzialità nell’esercizio delle funzioni giurisdizionali, con riflessi
negativi sul prestigio dell’intero ordine giudiziario".
Dopo aver appreso della definita assoluzione di Sansa, il Guardasigilli ha
deciso di dare il suo assenso alla nomina del magistrato a presidente del
Tribunale dei minori di Genova, nomina che aveva tenuto in sospeso in attesa del
verdetto del "Palazzaccio".
Fonte:
www.dirittoegiustizia.it
