A un anno esatto
dall’entrata in vigore della legge antifumo che ha esteso il divieto di
accendere le sigarette nei locali pubblici compresi bar, ristoranti e
discoteche, in Italia ci sono 500mila fumatori in meno. A commentare il
successo di una legge fortemente voluta dall’ex ministro della Salute Girolamo
Sirchia è oggi il sottosegretario alla Salute Domenico Di Virgilio in una
conferenza stampa al ministero della Salute a Roma. La diminuzione del numero
dei fumatori riguarda sia gli uomini sia le donne che nella scelta di spegnere
le sigarette hanno attribuito all’entrata in vigore della legge una notevole
importanza.
Il 7% di tutti
coloro che hanno deciso di smettere, infatti, l’ha fatto spinto dai numerosi
divieti. Infine, secondo il ministero dell’Economia che registra i dati
relativi alla vendita di tabacco, nel periodo tra gennaio e novembre del 2005
si è osservata una riduzione complessiva nella vendita del 5,7% rispetto allo
stesso periodo dell’anno precedente. Un altro successo della legge antifumo,
secondo il dicastero di via XX settembre.
Un altro dato positivo, anche se parziale, attribuito alla legge, è quello
relativo ai ricoveri per infarto acuto del miocardio che, nei primi due mesi
del 2005, sono diminuiti del 7% nelle quattro regioni sotto osservazione
(Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Lazio e Campania). Gli esperti del ministero
della Salute non nascondono la loro soddisfazione per i risultati del primo
monitoraggio, a soli 12 mesi dalla rivoluzione che ha cambiato l’aria oltre che
le abitudini di molti italiani.
Durante il convegno ‘Tutela della salute dei non fumatori: un bilancio dopo un
anno di applicazione della leggè, in corso oggi al ministero della Salute e
organizzato dal Centro nazionale prevenzione e controllo malattie (Ccm), sono
state pero’ numerose le sorprese. Nonostante le iniziali avversioni, infatti,
sembra che con il tempo gli italiani abbiano cominciato ad apprezzare i divieti
imposti dalla legge, contemperandoli con il buon senso.
Secondo un’indagine Doxa-Istituto superiore di sanità, infatti, nove italiani
su dieci sono d’accordo con la creazione di appositi spazi per fumatori nei
locali pubblici, ma l’87,3% degli intervistati è concorde con il divieto
assoluto di fumo al di fuori di essi. E le restrizioni per chi ha ‘il vizio’
non hanno neppure mutato le abitudini dei nostri connazionali che nella
maggioranza dei casi (83%) continua a frequentare bar, ristoranti e discoteche
con la stessa frequenza di prima. Anzi, un 9,6% di italiani esce più spesso.
Nonostante i molti successi della legge, si registrano anche alcune note
dolenti. Per esempio il rispetto dei divieti sul luogo di lavoro. I Nas, i
carabinieri della sanità, nell’ultimo anno hanno effettuato 6.076 ispezioni e
accertato 327 infrazioni (5,4%). Ma secondo lo studio Passi promosso da Iss,
Ccm e Regioni, tra i più disobbedienti ci sono i lavoratori delle Asl. I
dipendenti delle Aziende sanitarie locali della penisola, infatti, denunciano
il mancato rispetto delle norme nel 17% dei casi o, nel 26%, la difficoltà a
verificare l’applicazione della legge.
Ciononostante, il sottosegretario alla Salute Domenico Di Virgilio si è detto
orgoglioso dei risultati di una legge che fa dell’Italia ”un esempio per il
resto d’Europa, come testimonia l’interessamento della Spagna al provvedimento
approvato 12 mesi fa. Tra un anno – ha aggiunto – faremo una seconda verifica,
ma i risultati maggiori si vedranno solo tra una decina d’anni. Nel frattempo –
ha concluso – saremo pronti a cogliere eventuali miglioramenti di una legge già
di per sè buonà’.
A sottolineare gli aspetti positivi delle norme antifumo è stato oggi anche
Francesco Schittulli, presidente della Lega italiana per la lotta ai tumori
(Lilt), che ha apprezzato il senso civico degli italiani. Secondo l’esperto,
pero’, per apprezzare dei risultati evidenti in termini di guadagno di salute e
minore incidenza dei tumori, ”dovremo aspettare almeno dieci anni”. Infine,
per Donato Greco, direttore operativo del Ccm, ”l’Italia è diventata leader
mondiale nella lotta al fumo e ai suoi danni”.
