Annalena di Annalena Benini: un dialogo intimo tra due vite e la ricerca dell’assoluto

La trama: due donne, un nome, un confronto
Il libro si apre con un momento di crisi personale per l’autrice: una grave polmonite interstiziale che la porta a un passo dalla morte. In questo stato di vulnerabilità, Benini si ritrova a riflettere sulla propria vita e si confronta con la figura di Annalena Tonelli, una donna che condivide il suo stesso nome ma ha vissuto un’esistenza radicalmente diversa. Tonelli, nata a Forlì negli anni ’40, è una figura di straordinaria dedizione: a diciannove anni sceglie di abbandonare una vita di privilegi – borse di studio a Boston e New York, una laurea in Giurisprudenza – per dedicarsi agli ultimi, seguendo una vocazione che la porta in Africa. Qui fonda ospedali, cura i malati di AIDS e tubercolosi, combatte l’infibulazione e vive in povertà estrema, dormendo quattro ore a notte e rinunciando a ogni forma di vanità. La sua vita si chiude tragicamente nel 2003, quando viene uccisa a Borama, in Somalia, fuori da uno degli ospedali che aveva creato, probabilmente perché donna, bianca e sola in un contesto che non accettava la sua indipendenza.
Benini, che non ha mai conosciuto direttamente la cugina, scopre le sue lettere durante la convalescenza e ne rimane profondamente scossa. Quelle parole, piene di domande come “E se morissi senza avere amato di più?”, diventano un pungolo per l’autrice, che si interroga sulla propria esistenza: ha vissuto davvero? Ha mai sentito una “scossa” capace di trasformare la sua vita? Il libro si sviluppa come un dialogo immaginario tra le due Annalena: Tonelli, che aspira all’assoluto e lo incarna con una dedizione totale, e Benini, che davanti all’assoluto vacilla, come molti di noi. Attraverso questo confronto, l’autrice riflette sulla condizione femminile, sulla libertà e sul coraggio, intrecciando le proprie esperienze personali – la malattia, la maternità, la scrittura – con la storia di Tonelli e con le voci di altre donne del Novecento, come Simone Weil, Etty Hillesum e Virginia Woolf, che hanno ispirato la missionaria.
Un’esplorazione della dismisura e del limite
Secondo un’analisi pubblicata su La Civiltà Cattolica (2023), Annalena è un’opera che sfida il lettore a esplorare le profondità dell’umano, mettendo in scena una tensione esistenziale tra due modi di vivere: uno estremo, votato al sacrificio, e l’altro più terreno, segnato da dubbi e fragilità. Benini non idealizza Tonelli, ma ne riconosce la “dismisura”, una grandezza che la rende quasi inaccessibile. La missionaria, con la sua scelta di vivere per gli altri, rappresenta un modello di libertà e umiltà, ma anche di solitudine: rifiuta ogni legame affettivo che possa distoglierla dalla sua missione, arrivando a dire di non voler essere amata da nessuno perché “arde già di amore per gli ultimi”. Benini, invece, si descrive con autoironia come una donna moderna, immersa in una quotidianità fatta di colazioni, lavoro e preoccupazioni futili, come il timore di non essere all’altezza.
Un articolo su Rivista Blam (2023) sottolinea come il libro sia anche una riflessione sulla condizione femminile. Tonelli, con la sua vita controcorrente, incarna la forza delle donne che sfidano pregiudizi e oppressioni: in Somalia, il suo essere donna, bianca e non sposata la rende un bersaglio, ma anche un simbolo di emancipazione. Benini, raccontando la cugina, rende omaggio a tutte le donne “capaci di ogni cosa”, citando figure come Hannah Arendt ed Emily Dickinson, e mostrando come il pensiero più libero e coraggioso del Novecento sia spesso stato femminile. Tuttavia, l’autrice non si limita a celebrare Tonelli: si interroga anche sui propri limiti, sulla difficoltà di vivere il “bene” in modo così radicale, e sulla possibilità di trovare un senso di pienezza anche in una vita ordinaria.
Un’intervista su LuciaLibri (2023) riporta le parole di Benini: “Volevo capire una scelta estrema, che porta tanta luminosità e tanta solitudine”. Questo dualismo tra luce e isolamento permea il libro, che non offre risposte definitive ma invita il lettore a porsi domande profonde: si può vivere senza “scosse”? E cosa significa davvero amare gli altri? Il tono di Benini, come evidenziato su Biblioideale.it (2024), è ricco di intelligenza e autoironia: l’autrice non si pone come un’eroina, ma come una donna che, dal basso, guarda con ammirazione e un “sacro sentimento di invidia” la scala che conduce all’assoluto.
Un libro che illumina il femminile
Annalena è uscito in un momento in cui l’Italia sta vivendo un rinnovato interesse per le storie di donne straordinarie e per il dibattito sull’autonomia femminile. Benini, già nota per la sua antologia I racconti delle donne (Einaudi, 2019) e per il suo lavoro al Foglio, dove dirige la rivista culturale Review e cura l’inserto Il Figlio, porta in questo libro una sensibilità moderna e uno sguardo disincantato. Nel 2023, anno della pubblicazione, l’autrice fu anche nominata direttrice del Salone Internazionale del Libro di Torino per il triennio 2024-2026, un ruolo che, come riportato da Sky TG24, la consacrò come figura di spicco nel panorama culturale italiano. Questo contesto sottolinea la rilevanza del libro: in un’epoca di crisi globali e conflitti, la storia di Tonelli diventa un monito e un’ispirazione, mentre le riflessioni di Benini parlano a chi cerca un senso nel quotidiano.
Il libro si inserisce in un filone della narrativa contemporanea che esplora il femminile non attraverso stereotipi, ma mostrando la complessità delle scelte e dei desideri delle donne. Come notato su Rivista Blam, Benini disubbidisce al desiderio di anonimato di Tonelli – che non voleva essere ricordata – per un motivo preciso: donare questa storia ai lettori, affinché possano confrontarsi con un esempio di vita estrema e, allo stesso tempo, riflettere sulla propria.
Un’opera che scuote e ispira
Annalena è un libro che si muove tra autobiografia e omaggio, tra domande personali e riflessioni universali. Annalena Benini, con la sua scrittura limpida e introspettiva, riesce a creare un ponte tra due vite lontanissime, mostrando come il confronto con l’assoluto possa illuminare anche le esistenze più ordinarie. È un’opera che parla di donne, ma soprattutto di umanità: del desiderio di amare di più, della paura di non essere abbastanza, della possibilità di trovare una “scossa” che dia senso alla vita. In un mondo che continua a interrogarsi sul valore dell’altruismo e sulla forza delle donne, Annalena rimane un testo potente, capace di commuovere e di spingere il lettore a guardare dentro di sé.