Onesto, di Francesco Vidotto: la montagna come specchio dell’anima
“Onesto”, l’ultimo romanzo di Francesco Vidotto, pubblicato da Bompiani il 2 gennaio 2025, si inserisce nella collana “Narratori italiani” e conferma la voce unica dello scrittore veneto, già noto per opere come “Oceano”. Il libro, composto da 256 pagine, si distingue per la capacità di intrecciare la narrazione personale con la grande storia, ambientando il racconto tra le valli e i boschi del Cadore, terra d’origine dell’autore. L’opera ha già raccolto consensi per la sua profondità emotiva e per la delicatezza con cui affronta temi universali come l’amore, la perdita e il coraggio di lasciar andare.
La storia ruota attorno a Onesto, uomo che ha sempre anteposto il bene degli altri al proprio, scegliendo di farsi da parte in favore del fratello gemello Santo in due momenti cruciali della loro esistenza. Il romanzo si apre con Onesto ormai anziano, al tramonto della vita, intento a lasciare alle sue amate montagne il racconto struggente della propria esistenza e dei suoi segreti.
Attraverso una serie di lettere, Onesto ripercorre la sua storia e quella di chi gli è stato vicino: il fratello Santo e Celeste, la donna che entrambi hanno amato fin dall’infanzia. La narrazione si snoda tra eventi drammatici e straordinari—un rapimento da neonato, la guerra, la perdita, un figlio ritrovato, una bomba nella notte, e un amore inconfessabile che attraversa tutta la vita del protagonista. Il paesaggio delle Dolomiti, con le sue vette e i suoi boschi, non è solo sfondo ma parte viva della storia, custode silenziosa dei segreti di Onesto.
La critica letteraria ha accolto “Onesto” come un romanzo intenso e poetico, capace di parlare al cuore del lettore con una scrittura limpida e priva di artifici. Vidotto utilizza la montagna come metafora della vita: scalare non è questione di forza, ma di lasciar andare, come afferma lo stesso protagonista—un invito a liberarsi da paure, incertezze e pesi del passato per avvicinarsi al cielo, ovvero a una dimensione più autentica dell’esistenza.
Il romanzo si distingue per la delicatezza con cui affronta il tema dell’amore non corrisposto e del sacrificio, senza mai scivolare nel sentimentalismo. Le lettere di Onesto, scritte con semplicità, rivelano una forza emotiva rara e una capacità di trasformare la quotidianità in metafora universale. La scelta di affidare la narrazione a un protagonista che si firma “Onesto” sottolinea il valore della sincerità e della rinuncia, in un mondo in cui spesso prevalgono l’egoismo e la ricerca della felicità personale.
Alcuni critici hanno sottolineato la potenza evocativa delle descrizioni paesaggistiche e la profondità dei personaggi, capaci di incarnare la resilienza e la capacità di affrontare il dolore senza perdere la speranza. La scrittura di Vidotto, asciutta e musicale, richiama il respiro delle montagne e la loro capacità di accogliere le storie degli uomini senza giudizio.
Francesco Vidotto nasce a Treviso nel 1976, ma trascorre l’infanzia a Tai di Cadore, tra le Dolomiti, luogo che diventa fonte inesauribile di ispirazione per la sua opera narrativa6. Dopo una formazione eclettica—dal liceo scientifico alla laurea in Economia e Commercio—Vidotto si dedica alla scrittura su consiglio di Pupi Avati e Mauro Corona. Ospite frequente di trasmissioni Rai, porta avanti una letteratura profondamente radicata nel paesaggio montano e nella memoria collettiva delle genti alpine.
“Onesto” si inserisce in una tradizione narrativa che vede la montagna non solo come scenario, ma come vero e proprio personaggio, capace di riflettere le tensioni e le speranze dell’animo umano. Il romanzo richiama alla mente autori come Corona e Rigoni Stern, ma se ne distingue per la delicatezza e la musicalità della prosa, e per la scelta di raccontare la grande storia attraverso le vite semplici di uomini e donne che accettano il destino senza ribellarsi, trovando nella rinuncia e nella discrezione la loro forma di eroismo.
Il romanzo si conferma come una delle vette più alte della narrativa contemporanea di montagna, capace di emozionare e far riflettere, lasciando nel lettore il desiderio di respirare l’aria sottile delle Dolomiti e di affidare alle montagne i propri segreti