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Sì del Consiglio Ue alla biometria nei passaporti


3 anni di tempo agli Stati membri per predisporre le misure
necessarie alla stampa dei nuovi passaporti

I passaporti
dei cittadini europei conterranno, fra tre anni, due identificatori biometrici
(una fotografia e le impronte digitali), secondo quanto deciso dal Consiglio Ue.
Parlamento europeo ed autorità europee per la protezione dei dati avevano
espresso numerose perplessità rispetto a tale iniziativa, che solo in minima
parte hanno trovato riscontro nel testo ufficializzato dal Consiglio.

Il
Regolamento del Consiglio dell’Ue approvato a Bruxelles il 13 dicembre scorso (http://register.consilium.eu.int/…pdf)
prevede il rilascio da parte degli Stati membri, a regime, di passaporti e
titoli di viaggio contenenti obbligatoriamente due elementi biometrici
memorizzati su microchip, ossia una fotografia e le impronte digitali del
titolare, secondo un formato standard che garantisca l’armonizzazione a livello
Ue. Al Regolamento si accompagna un allegato tecnico che fissa i criteri minimi
di sicurezza in termini di materiali di stampa, dispositivi anticontraffazione,
tecniche di stampa.

L’obiettivo
dichiarato dell’iniziativa, che rientra nel più ampio Piano d’azione dell’Ue
contro il terrorismo, è garantire l’armonizzazione degli standard di sicurezza
nell’Unione europea in modo da contribuire alla lotta al terrorismo ed alla
criminalità, prevenendo anche attività di falsificazione dei documenti
d’identità. Un’apposita commissione si occuperà di definire in modo
dettagliato gli ulteriori standard di sicurezza da rispettare nella creazione
dei nuovi passaporti europei, comprese le modalità di acquisizione dei dati
fotodattiloscopici.

Gli Stati
membri avranno, quindi, 18 mesi di tempo per predisporre le misure necessarie
alla stampa dei nuovi passaporti contenenti la foto del titolare anche su
microchip, ed altri 18 mesi per consentire l’inserimento delle impronte digitali
nel microchip stesso.

L’iniziativa
del Consiglio è stata oggetto di critiche sia da parte del Parlamento europeo
sia da parte delle Autorità europee di protezione dei dati.

Il
Parlamento, in particolare, nella relazione presentata dall’Eurodeputato Carlos
Coelho lo scorso 28 ottobre (http://www2.europarl.eu.int/…),
pur riconoscendo l’utilità di ricorrere alla biometria per garantire la
sicurezza dei documenti identificativi, aveva segnalato l’esigenza di rispettare
diritti e libertà dei cittadini senza sacrificarli a priori. Il Parlamento ha
sottolineato soprattutto la necessità di rispettare i principi fondamentali in
materia di protezione dei dati, appoggiando le critiche mosse dalle Autorità
europee per la protezione dei dati in una lettera inviata il 18 agosto dal
Presidente del Gruppo ex art. 29, il tedesco Peter Schaar, al Presidente della
Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (LIBE) del
Parlamento europeo. I Garanti chiedevano che i dati personali fossero rilevati
per finalità determinate e non utilizzati per altri obiettivi, quali forme
occulte di sorveglianza (principio di finalità); fossero pertinenti ed in
nessun caso eccedere quelli necessari per le specifiche finalità (principio di
pertinenza e proporzionalità); fossero tutelati da idonee misure di sicurezza.

Il
Parlamento aveva, quindi, formulato alcune indicazioni che il Consiglio non
sembra aver tenuto presenti: in particolare la richiesta di non memorizzare i
dati contenuti nei passaporti su basi di dati nazionali (cio’ sarebbe
sproporzionato rispetto alle finalità di autenticazione riconosciute al
passaporto), inserendo i dati biometrici solo localmente, ossia nel passaporto
stesso. Il Consiglio aveva inoltre chiesto di potenziare le garanzie di
sicurezza rispetto al microchip destinato a contenere i dati biometrici, ma
soprattutto di valutare soluzioni alternative all’impiego di un microchip. Il
Parlamento suggeriva la registrazione digitale della fotografia e dell’impronta
digitale in combinazione con un codice a barre che incorpori una firma digitale
cifrata attraverso un codice a chiave pubblica.

Per parte
loro, i Garanti europei hanno ribadito nuovamente le forti perplessità sopra
ricordate in una lettera inviata il 30 novembre scorso al Presidente del
Consiglio dell’Ue, l’olandese Balkenende, al Presidente del Parlamento europeo
Borrell Fontelles ed al Presidente della Commissione LIBE del Parlamento
europeo. I Garanti hanno espresso preoccupazione soprattutto dall’obbligo
concernente la memorizzazione di due identificatori biometrici (la proposta
iniziale della Commissione prevedeva un solo identificatore), perchè ritengono
che cio’ comporti rischi ulteriori per la sicurezza che proprio attraverso i
nuovi passaporti si intende tutelare. Va sottolineato, in proposito, che la
stessa l’ICAO (International Civil Aviation Organisation) raccomanda di
utilizzare un solo identificatore biometrico, giudicando opzionale (quindi, non
obbligatorio) il ricorso ad un secondo elemento del genere. Inoltre, i Garanti
lamentano la scarsa trasparenza del processo decisionale che ha portato il
Consiglio ad approvare il Regolamento, e chiedono che su questi temi vi sia una
più ampia consultazione ed informazione dell’opinione pubblica per garantire la
massima trasparenza.

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