Controlli sulle telecamere. l ciclo di ispezioni del Garante e della Guardia di finanza sui sistemi di videosorveglianza mostra uno scarso rispetto delle regole
E’ un’immagine con luci ed
ombre quella che emerge al termine del nuovo ciclo di ispezioni disposte dal
Garante per verificare lo stato di attuazione della disciplina in materia di
videosorveglianza. Bloccati i data base di un ente pubblico e di una società
privata per impedire un ulteriore trattamento illecito di dati personali;
avviati procedimenti nei confronti di sette soggetti, sia pubblici, sia
privati, per mancata informativa agli utenti (punibile con una sanzione
amministrativa che va da un minimo di tremila a diciottomila euro, fatta salva
la sanzione accessoria della pubblicazione della decisione).
A meno di un anno
dall’adozione del provvedimento
generale, il 29 aprile 2004, dopo varie ispezioni in casi specifici, il
Garante ha effettuato una nuova verifica di carattere generale sull’applicazione
delle nuove regole. Stazioni della metropolitana di grandi città, aeroporti,
centri commerciali, zone di imbarco dei traghetti e numerose aree dove ogni
giorno transitano migliaia di persone, in varie regioni d’Italia, sono stati
controllati dall’Ufficio del Garante in collaborazione con il Nucleo speciale
funzione pubblica e privacy della Guardia di finanza. Le ispezioni, che hanno
riguardato in particolare 12 aree amministrate da soggetti pubblici (tre) e
privati (nove), intendevano accertare, tra l’altro, la liceità dei sistemi
installati, le modalità di raccolta dei dati, tempi di conservazione delle
immagini, l’idoneità della necessaria informativa all’utenza. La scelta dei
soggetti da controllare è stata effettuata sulla base di alcune notizie di
stampa, di segnalazioni di cittadini o di semplice sorteggio all’interno della
categoria individuata.
Accanto a realtà che hanno
conformato il trattamento dei dati personali a quanto previsto nel provvedimento
generale del 2004 si trovano ancora casi di scarsa applicazione delle regole.
Talvolta le due situazioni coesistono. Emblematico il caso del comune di Firenze
nel quale il sistema di videosorveglianza affidato al Comandante della Polizia
municipale e impiegato per monitorare il traffico e le aree pedonali è
risultato conforme alle indicazioni del Garante, al contrario di quello
utilizzato per il controllo di altre aree, affidato ad un altro responsabile. In
alcuni casi le tecnologie impiegate sono risultate molto avanzate, anche con la
realizzazione di sale operative dalle quali gli addetti possono tenere
costantemente sotto controllo le aree videosorvegliate ed azionare telecamere
dotate di brandeggio e zoom; in altri invece, gli impianti sono risultati poco
efficienti. Nell’aeroporto di Olbia, ad esempio, pur essendo stato installato
di recente un sistema di telecamere a fini di sicurezza, per problemi tecnici le
immagini non sono registrate e la stessa funzionalità delle telecamere
installate nel piazzale di sosta degli aerei risulta fortemente pregiudicata
dopo il tramonto e in caso di scarsa luminosità. Esempi di “commistione†di
trattamenti di dati personali sono stati rilevati nella metropolitana di Milano,
dove, in particolare, la società di gestione “condivide†le immagini riprese
con la polizia. In questi casi determina problemi la difficile separazione tra
esigenze e finalità di trattamento. Infatti, se per controllare i piazzali di
sosta e di imbarco delle stazioni sarebbero sufficienti riprese a bassa
definizione, che non comportano necessariamente il trattamento di dati
personali, per motivi di sicurezza e accertamento di reati sono state richieste
immagini dettagliate.
Sono stati riscontrati
anche casi di omessa informazione ai cittadini dell’esistenza di sistemi di
videosorveglianza, come nella metropolitana di Roma e di Milano e riguardo ad
edifici di un’agenzia dell’amministrazione finanziaria. Dalle ispezioni è
emerso infine che anche laddove vi è maggiore attenzione ai profili relativi
alla privacy, gli incaricati dei trattamenti non sono apparsi del tutto
consapevoli delle loro responsabilità.
Il ciclo di ispezioni si
conclude mentre il Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero
dell’interno dirama una circolare a prefetture, questure ed altri organi per
richiamare ad un uso più selettivo della videosorveglianza, specie se collegata
a sale operative, e richiama altresi’ in più punti al rispetto del decalogo del
Garante del 2004.