CivileGiurisprudenza

Un cane non fa parte dei diritti inviolabili della persona – Sentenza Tribunale civile di Milano

La padrona del cane Maya, morta per un errore dei veterinari, oltre ai danni patrimoniali subiti a causa di un errato intervento chirurgico, aveva chiesto al tribunale di riconoscerle anche il danno morale, ma il giudice di Milano le ha dato torto.

La richiesta era motivata “in ragione del coinvolgimento in termini affettivi che la relazione tra uomo e animale domestico comporta e del risultato di completamento e arricchimento della personalita’ dell’uomo, nonche’ in ragione dei sentimenti di privazione e di sofferenza psichica indotti dalla morte di Maya”.

Maya era il cane cha ha fatto scaturire la vicenda legale. Il giudice di Milano, Damiano Spera, ha negato il risarcimento del danno morale, rifacendosi ad un principio individuato dalla Corte di Cassazione e sottolineando come la perdita dell’animale, anche se causata da un errore dei veterinari, non puo’ essere equiparata ad una “lesione dei diritti inviolabili della persona”.

La vicenda risale al 2003 quando la padrona di Maya consulta un medico dopo essersi accorta della presenza di un nodulo sotto una mammella del proprio cane. Il dottore, amico della donna, le consiglia di fare operare l’animale presso uno studio veterinario. In seguito all’operazione che, secondo quanto accertato da una consulenza tecnicia disposta durante la causa civile non e’ stata effettuata correttamente, Maya perde la vita per una forte emorragia.

Il giudice ha riconosciuto la responsabilita’ di entrambi i veterinari coinvolti nella vicenda che avrebbero avuto “un approccio professionale imprudente”, dimettendo immediatamente la paziente che doveva essere sottoposta invece ad ulteriori controlli. Il giudice ha cosi’ condannato i medici a rifondere alla proprieta’ di Maya i due terzi delle spese processuali, liquidati in oltre seimila euro. ‘Bocciata’, invece, la richiesta di risarcimento del danno non patrimoniale.

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