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Frattini: ‘A Schengen serve tagliando’

Il Ministro Frattini
Il Ministro Frattini

Il principio di libera circolazione ”non e’ in discussione” ma a Schengen serve un ”tagliando”, una discussione su ”come questo strumento sia da adattare ai tempi e al mondo che cambia rapidamente”. Lo spiega in un’intervista al Sole 24 Ore il ministro degli Esteri Franco Frattini che, in vista del vertice bilaterale Roma-Parigi in calendario martedi’, assicura: ”Nessuno, neppure la Francia, vuole picconare il trattato”. Sulla questione degli immigrati sbarcati sulle coste italiane e diretti alla frontiera di Ventimiglia ”ci sono state divergenze”, precisa il titolare della Farnesina, ”che per due Paesi come i nostri non devono e non possono esserci. Il nostro interesse e’ che i problemi siano affrontati in chiave europea, e non come delle contrapposizioni nazionali”.

Il braccio di ferro sui respingimento dei migranti alla frontiera e’ un problema che Frattini ritiene ”ricomposto” anche se il tema a livello di politica interna e’ stato ”strumentalizzato” dall’opposizione. Al vertice di martedi’ Frattini annuncia che ”i presidenti Berlusconi e Sarkozy faranno una dichiarazione comune diretta alle istituzioni e ai paesi europei che affronti i temi reali di aiuti ai paesi Ue piu’ direttamente interessati ai problemi migratori, ma anche ai paesi di origine dei flussi, quindi per esempio, Egitto e Tunisia e la Libia quando sara’ avviato un processo democratico”.

TAJANI, MODIFICARE SCHENGEN NON E’ TABU’ – Modificare Schengen “non è un tabù”. Lo dice in un’intervista al Messaggero e a Qn il vice presidente della Commissione Ue Antonio Tajani che precisa: “la scelta dev’essere fatta dall’Europa, non dagli Stati nazionali”. “Come l’euro – spiega – il Trattato va fatto funzionare attraverso una ‘governance’ europea. Schengen si può sospendere ma il metodo deve essere comunitario. D’altronde il 4 maggio la Commissione approverà un documento che vede tra i punti qualificanti una nuova governance. In caso di scontri tra Stati la gestione del problema spetterà alla Commissione Ue”. L’emergenza dell’ultima ondata di sbarchi va affrontata per Tajani “nella globalità” e non con “27 strategie nazionali”. “Il meccanismo di revisione di Schengen – prosegue – punta a un maggior ruolo della Commissione nella valutazione dei rischi alle frontiere”. Bruxelles, aggiunge, “deve rivedere le strategie con politiche di integrazione” e anche “le politiche sui visti, in caso di gravi emergenze, ad esempio nell’area Balcanica”. In ogni caso dice Tajani, ‘L’Europa non é minimamente in discussione. ma vi immaginate che cosa sarebbe successo se in questa terribile crisi economica che stiamo attraversando non ci fosse stato l’euro?Oppure di fronte all’aumento del repzzo del petrolio? Non oso pensarci”.

fonte: www.ansa.it

 

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