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L’autoenergia – di Nike Daidone

autoenergiaViviamo in un’epoca in cui la ricerca di nuove energie alternative è determinante, ottenere energia elettrica  o meccanica in maniera differente da quella ottenuta con l’utilizzo dei combustibili fossili è divenuto un bisogno indispensabile.

Le fonti trovate finora creano alternative valide al petrolio, ad esempio l’energia eolica, l’energia solare, l’energia geotermica, idroelettrica ed altre che riescono a ricoprire il 20% della produzione energetica mondiale, ma questo non basta e la scienza continua a ricercare fonti sempre nuove, tra queste c’è l’energia umana.

Fino ad oggi il contributo di energia prodotta dal corpo umano è passato in secondo piano, ma se ci fermiamo, a pensare che ogni nostro movimento produce energia, anche solo camminando, salendo le scale o pulendo un tavolo e calcolando l’energia che ogni persona può produrre (circa 1.000 chilowattore all’anno), il tutto moltiplicato per i miliardi di persone che abitano il pianeta, ecco che questo tipo di energia prodotta, diventa considerevole e degna di attenzione.

In alcuni casi si è riusciti a sfruttare l’energia umana, ad esempio in alcune prigioni americane è stata offerta ai detenuti la possibilità di impiegare qualche ora al giorno pedalando su biciclette fisse collegate ad una dinamo in cambio di qualche vantaggio come compenso per l’energia prodotta. Anche alcune palestre in altitalia hanno pensato bene di autoalimentarsi sfruttando l’energia che gli stessi frequentatori della palestra producono con l’uso delle cyclettes e dei tapis roulant.

Ma ora è possibile produrre energia anche all’aperto con i bicigeneratori, biciclette in grado di produrre energia elettrica grazie all’energia cinetica di chi pedala, accessibili a tutti. Sono biciclette alla cui ruota posteriore è stato applicato un generatore di corrente. La forza cinetica prodotta dalla pedalata viene trasmessa al generatore il quale carica una batteria, che attraverso un inverter, è in grado di alimentare i comuni apparecchi a 220 volt.

Ma chi non pedala, come può produrre energia?

A Parigi nel 1880 il fisico Pierre Curie (marito di Marie Curie, scopritrice degli elementi radioattivi radio, radon e polonio), osservò che in alcuni materiali, sottoposti a pressione si formava una corrente elettrica proporzionale alla pressione; i primi materiali sperimentati furono: il quarzo, il tartrato di sodio e potassio e pochi altri. Successivamente, furono scoperti altri materiali con questa proprietà e a partire dagli anni novanta tali materiali furono usati per trasformare la pressione del piede in elettricità.

Pensiamo se tali materiali venissero usati per rivestire tutti i marciapiedi delle grandi città, con i milioni di piedi che li calpestano ogni giorno, l’energia prodotta sarebbe considerevole e continua. Per ora però nel frattempo, sono stati già stati realizzati dei prototipi: l’esercito americano ad esempio, ha studiato delle scarpe con dei sensori piezoelettrici inseriti nelle suole o nei tacchi, ed il sindaco di una cittadina francese, ha costruito alcune strade pedonali con sensori piezoelettrici incorporati nella pavimentazione stradale.

La maggior parte dell’energia umana intanto però viene ancora dissipata nel nulla e sta aspettando nuove invenzioni e nuovi materiali capaci di sfruttare tale energia come fonte alternativa, per ora pensiamo che ogni nostro movimento potrebbe produrre energia elettrica e chissà se in un prossimo futuro, riusciremo ad auto produrre il nostro fabbisogno giornaliero e magari passare un aspirapolvere alimentato da noi stessi.

Nike Daidone

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