Privacy

Telemedicina, telelavoro e diritti delle persone

“Nei processi di automazione della sanità pubblica
dovranno rientrare anche le regole previste per la protezione dei dati
personali”.

Lo ha affermato Gaetano Rasi, componente dell’Autorità
Garante per la protezione dei dati personali, in occasione della presentazione
del libro “I processi di automazione nella sanità pubblica, telelavoro e
telemedicina: attualità e prospettive” di
Fabio Massimo Gallo e
Carlo Parasceni, svoltasi il 23 febbraio scorso.

Le applicazioni di telemedicina – ha ricordato Rasi –
risultano sempre più diffuse nel mondo ed in costante aumento in Europa. In
Italia il 40% delle strutture mediche che si avvalgono delle innovazioni
tecnologiche utilizza il televideoconsulto e quasi il 25% soluzioni dedicate
all’home care.  La telemedicina offre nuove opportunità di collegamento
tra punti diversi sul territorio e costituisce un valido ed efficace strumento
di interconnessione tra i diversi livelli di cura per giungere alla continuità
della diagnostica e della terapia, indipendentemente da dove il paziente o le
informazioni risiedano. Attraverso la creazione di una rete telematica di
strutture sanitarie è possibile, infatti, ottenere informazioni sulla
disponibilità di posti letto, sull’accesso alle liste di prenotazione, sulla
gestione delle cartelle cliniche con gli adeguati accorgimenti per la tutela
della privacy.

E’ necessario, tuttavia, quanto più si sviluppano le
reti telematiche, fissare precise regole per garantire il rispetto della dignità
della persona e la massima riservatezza dei dati personali, in particolare, di
quelli sensibili, cosi’ qualificati perchè idonei a rivelare gli aspetti più
intimi e riservati della persona, nel cui ambito rientrano le informazioni
relative allo stato di salute.

Anche l’outsourcing e il telelavoro – ha osservato
poi il componente dell’Autorità – sono realtà in espansione e contribuiscono
alla profittabilità del business e all’efficienza delle pubbliche prestazioni.
Il 43% dei contratti di outsourcing copre, ad esempio, l’area dell’Information
technology, il 25% quella delle risorse umane. In quest’ultimo caso vengono
affidati a partner esterni non solo l’amministrazione, ma anche, per esempio,
la gestione del percorso di carriera dei dipendenti.

Secondo il segretario generale del Garante, Giovanni
Buttarelli , intervenuto anch’egli alla presentazione, l’euforia informatica
pone nuovi rischi, ma il codice della privacy rappresenta uno strumento
importante di tutela.

“L’euforia informatica – ha dichiarato Buttarelli –
non deve far dimenticare che Costituzione Europea e Codice della Privacy
mettono in primo piano il
diritto della persona a verificare come vengono trattati i
propri dati personali. Siamo forse primi nel mondo per il quadro giuridico
sull’informatica e la
telematica. Il Testo Unico sulla privacy è pronto per
rispondere alle questioni poste dalla telemedicina, che recherà grossi
vantaggi, come la possibilità di accedere con una password alla propria
cartella clinica da qualunque parte del mondo, ma causerà anche nuovi rischi
relativi, ad esempio, alla dispersione di informazioni. L’informativa al
cittadino dovrà tenere conto di tutti questi aspetti”.

Il percorso di informatizzazione della Pubblica
Amministrazione – ha proseguito il segretario generale dell’Autorità – ha
portato dalla rete unitaria della PA alla rete degli uffici di gabinetto,
passando poi con la telematica all’e-governement  ed al d-governement con
l’avvento del digitale. Tanti i temi su cui le innovazioni vanno ad incidere:
protocolli informatici, interoperabilità dei sistemi, tessera sanitaria,
outsourcing. I rischi possono essere di vario tipo. Innanzitutto riguardano
quello che potremmo definire health divide, cioè proprio i soggetti che
necessitano di maggiore tutela, come anziani, portatori di handicap, possono
venire esclusi da un’amministrazione digitale. Inoltre, l’automazione o la
telematizzazione permettono di superare alcuni problemi relativi alla privacy,
quali le distanze di cortesia o la promiscuità, ma ne possono creare di nuovi
relativi ad esempio alla circolazione dei dati. e alla sicurezza.

La terza categoria di rischi è inerente al regional
divide. Le maggiori competenze in materia da parte delle Regioni, che stanno
provocando anche l’intervento della Corte Costituzionale, potrebbero portare a
disparità di trattamento basate sulle differenti “velocità”.

Sulle nuove “autostrade del sole” del trattamento dei
dati – ha concluso Buttarelli – il cittadino avrà sempre
il diritto di intervenire sul
trattamento dei propri dati.

 

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