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Questionari a scuola e garanzie per alunni e genitori

Il Garante blocca la pubblicazione di
una tesi di laurea perchè i dati erano stai raccolti in modo illecito

Bloccati dal Garante per trattamento illecito di dati
personali alcuni risultati di una ricerca universitaria, svolta in una scuola
elementare e riportati in una tesi di laurea in via di pubblicazione. Gli
alunni, e di conseguenza i genitori, non erano stati informati nè degli scopi
dell’iniziativa, nè del fatto che la loro partecipazione era facoltativa e non
obbligatoria.

Il provvedimento di blocco adottato alcune settimane
or sono dall’Autorità (della quale è stato di recente nominato presidente
Francesco Pizzetti) riguarda le informazioni personali, in alcuni casi anche
sensibili, raccolte tramite questionari sottoposti ad alcuni alunni delle
elementari o elaborate nelle varie fasi della ricerca, con esclusione dei dati
aggregati e anonimi. A seguito del provvedimento l’Università, titolare della
ricerca, non ha potuto utilizzare più queste informazioni dovendo limitarsi
alla sola conservazione.

La vicenda ha inizio quando i genitori di un alunno
delle scuole elementari hanno saputo che il figlio di sette anni ha
partecipato, a loro insaputa, ad una ricerca sulla rappresentazione sociale del
maltrattamento infantile. La rilevazione, autorizzata dal dirigente
dell’istituto scolastico, ha coinvolto gli alunni di alcune classi elementari
ai quali una laureanda ha sottoposto questionari a risposta multipla e
vignette. La ricerca ha comportato il trattamento di diverse informazioni (sesso,
età, classe e scuola frequentata, mese ed anno di nascita) e pur non
comprendendo il nome e il cognome degli alunni che vi hanno preso parte,
permette, visto il ristretto ambito di indagine e grazie alla loro interazione,
una agevole identificazione. Diversi minori, inoltre, hanno inserito la data di
nascita completa (giorno, mese ed anno) rendendo ancora più semplice la loro
identificabilità. Alcune delle informazioni richieste, infine, erano
riconducibili alla nozione di dato sensibile in quanto idonee a rivelare
aspetti della sfera psico-fisica dei genitori.

Procedura illegittima e possibile violazione della
privacy secondo i genitori dell’alunno, i quali si sono correttamente rivolti
all’Università, lamentando anzitutto di non essere stati informati della
ricerca e di non aver manifestato il loro consenso alla partecipazione,
chiedendo poi di accedere ai dati personali contenuti nei questionari compilati
dal figlio e opponendosi infine al loro ulteriore trattamento. Insoddisfatti
della risposta ricevuta hanno presentato ricorso al Garante.

Dal canto suo l’università, nel sostenere legittimità
del proprio operato, ha dichiarato di non poter consentire l’accesso dei
genitori ai questionari del figlio non conoscendo i dati anagrafici dei minori
sottoposti alle prove. Il trattamento dei dati personali poi, secondo l’ente,
era avvenuto nell’esercizio delle proprie funzioni istituzionali e solo dopo il
consenso del dirigente scolastico.

Il Garante ha invece ritenuto illecito il trattamento
dei dati personali e, a tutela dei soggetti coinvolti, ne ha disposto il
blocco. Per poter svolgere legittimamente la rilevazione, infatti, l’università,
operando per finalità di ricerca, avrebbe dovuto informare correttamente i
genitori degli scopi dell’iniziativa e del fatto che la partecipazione dei
bambini era non obbligatoria, ma volontaria. L’università ha quindi posto in
essere un trattamento illecito di dati personali e per questo motivo le
informazioni raccolte non sono utilizzabili.

 

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