Privacy

Le tecnologie informatiche e telematiche in Italia

L’Unione internazionale delle
telecomunicazioni (Itu) studia le prospettive di sviluppo dell’
"ubiquitous computing" nel nostro Paese

L’Italia è posizionata in modo ottimale per
beneficiare della diffusione pervasiva delle tecnologie informatiche e telematiche
(ubiquitous computing), soprattutto perchè tale diffusione sembra destinata a
colmare il divario che tuttora esiste fra il Nord
ed il Sud del Paese. Tuttavia, è
necessario tenere conto dei rilevanti problemi che tale diffusione comporta,
anche in termini di tutela della privacy di utenti e consumatori.
Queste conclusioni emergono dallo studio che l’ITU (International
Telecommunications Union) ha pubblicato di recente proprio sulla diffusione
delle tecnologie informatiche e telematiche in Italia. Il rapporto è
disponibile all’indirizzo http://www.itu.int/….pdf e contiene importanti
indicazioni sullo stato dell’arte. Le interviste che i ricercatori dell’ITU
hanno condotto con alcune figure di spicco nei vari settori, per le rispettive
competenze, mostrano un quadro abbastanza variegato e fanno emergere la
necessità di adottare specifiche cautele e garanzie per beneficiare appieno
della pervasività tecnologica.

Per quanto riguarda la protezione dei dati personali,
Mauro Paissan ha risposto alle domande degli intervistatori dell’ITU
sottolineando le olte ombre che si associano alla diffusione delle ICT.

In particolare, nel rapporto si indica come la tendenza
in atto verso l’integrazione e la convergenza delle tecnologie informatiche e
della comunicazione possa apportare vantaggi considerevoli in termini di
semplificazione e velocizzazione di numerose attività quotidiane. Tuttavia,
occorre garantire che gli utenti siano coscienti delle conseguenze di tali
sviluppi, e della possibilità che essi diano luogo a flussi di informazioni
senza precedenti sui quali rischiano di non esercitare alcun controllo. Cio’
vale, ad esempio, per tutti i servizi di localizzazione che utilizzino dati
relativi all’ubicazione delle persone: è necessario fissare paletti ben
precisi rispetto alle modalità di utilizzazione di questi dati, sulla base di
un consenso espresso e realmente informato da parte delle persone interessate.

Paissan ricorda come il rapporto fiduciario fra
utente e fornitore di servizi sia essenziale: la sfiducia nei confronti di
alcune forme innovative di gestione dei rapporti fra consumatore e impresa (è
il caso del commercio elettronico) ha rallentato, e sta tuttora rallentando, la
diffusione delle tecnologie e, di conseguenza i, il conseguimento dei benefici
attesi. Basti pensare, sempre in tale ambito, all’utilizzazione di dispositivi
Rfid: se non si fa chiarezza sui meccanismi e le modalità di impiego di tali dispositivi,
si rischia – secondo il componente del Garante -. di ingenerare false speranze
o false paure fra i consumatori e gli utenti.

Nel rapporto si spiega che l’Italia è stata scelta
proprio per l’altissimo tasso di diffusione della telefonia mobile e le
prospettive di rapida implementazione di tecnologie quali la TV digitale. Sono
settori sui quali il Garante ha recentemente fornito importanti indicazioni,
che vanno nel senso sopra ricordato. La pervasività delle tecnologie non deve
diventare invasività lesiva della sfera privata e del diritto alla protezione
dei dati personali.

 

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