Attualità

Fecondazione. Ad un anno dall’entrata in vigore della legge 40 aumenta il ‘turismo procreativò: Spagna e Svizzera le mete preferite

In Italia prende
sempre più piede il ‘turismo procreativo’. Ad un anno dall’entrata in vigore
della legge 40, sono 3.610 le coppie che hanno varcato i confini nazionali per
sottoporsi alla fecondazione assistita e avere un bebè: il triplo rispetto ai
1.315 dell’anno precedente. Congelamento degli embrioni, fecondazione eterologa
e diagnosi pre-impianto le motivazioni principali. E’ quanto emerge da una
ricerca realizzata dall’Osservatorio sul turismo procreativo, presentata oggi a
Roma.

La ricerca, che ha coinvolto 53 centri in Europa e al di fuori del Vecchio
Continente, rivela che le mete preferite dai nostri connazionali sono Spagna e
Svizzera, come spiega la biologa e ricercatrice Chiara Fornasiero. In
particolare, in Spagna, dove si reca il 26% degli aspiranti genitori italiani
che decidono di andare all’estero, s’è registrato nell’ultimo anno un vero e
proprio boom: le coppie infatti sono addirittura decuplicate, per la
legislazione liberale che permette la fecondazione eterologa. In Svizzera gli
abitanti del Bel Paese che si rivolgono ai centri di fecondazione assistita
sono raddoppiati. Segue il Belgio.

”La maggiore presenza di coppie italiane, nei centri di fecondazione assistita
di questi Paesi è testimoniata dall’allungamento delle liste d’attesa
dell’ultimo anno”, sottolinea Andrea Borini, presidente di Cecos Italia e
dell’Osservatorio sul turismo procreativo. Fra le mete del turismo procreativo
anche Usa e Gran Bretagna, meno gettonate per gli elevati costi dei
trattamenti, e inoltre Austria, Repubblica Ceca, Grecia e Slovenia,
destinazioni delle coppie con problemi economici. Infine, Israele, soprattutto
un centro di Tel Aviv dove il successo delle tecniche di fecondazione assistita
raggiunge il 50-60% e dove gli italiani chiedono soprattutto l’ovodonazione.
Per la diagnosi preimpianto, vietata in Italia, le coppie portatrici di
patologie genetiche si rivolgono in particolare ai centri di Spagna, Belgio e
Turchia.

I divieti in vigore da noi si aggirano, secondo l’indagine, appunto recandosi
nei Paesi dov’è possibile congelare gli embrioni, non ci sono restrizioni sul
numero di ovuli da fecondare e ci si puo’ sottoporre alla fecondazione
eterologa. Gli aspiranti genitori con patologie genetiche trasmissibili si
rivolgono inoltre alle strutture straniere per eseguire la diagnosi
pre-impianto, una procedura costosa, circa 4 mila euro. “Un numero cosi’
elevato di coppie che sentono l’esigenza di andare a cercare un figlio
all’estero – commenta Andrea Borini – dimostra come l’Italia stia demandando di
fatto ad altre nazioni la regolamentazione di questo settore”.

Se la legge non verrà cambiata, gli esperti stimano che i nostri connazionali
‘costretti’ ad andare all’estero sono destinanti a triplicare ancora e i centri
oltralpe si stanno sempre più attrezzando: anche i medici hanno imparato a
parlare in italiano.

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