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Giustizia, la ‘ex Ciriellì è legge. Il Senato ha approvato definitivamente il provvedimento sulla prescrizione e la recidiva

Roma, 29 nov. –  L’Aula del Senato ha approvato questo
pomeriggio la legge ex Cirielli, che prevede la riduzione dei termini di
prescrizione del reato e l’inasprimento dei trattamenti carcerari per i
recidivi. Hanno detto si’ alla legge 145 senatori, 104 si sono detti contrari e
un senatore si è astenuto. In complesso la maggioranza si è detta favorevole
al provvedimento mentre l’opposizione è stata fortemente contraria, praticando
un deciso ostruzionismo, tanto da chiedere anche sul voto finale la verifica
del numero legale. Il provvedimento ha avuto una tormentata approvazione per la
ripetuta mancanza del numero legale in mattinata. Al punto che il voto finale,
inizialmente previsto per la mattina, è slittato nel pomeriggio.

Di ”maggioranza allo sbando” aveva parlato il presidente dei senatori Ds Gavino
Angius
. ”E’ un esercito in rotta. Volevano approvare
questa legge a spron battuto e poi, invece, alla prima prova di compattezza
sbandano”. L’esponente diessino ha quindi ribadito la ”profonda
contrarietà” all”ex Cirielli’, una legge ”che crea diritti diseguali,
profondamente sbagliata ed iniquà’.

Dalla maggioranza, il capogruppo di Alleanza nazionale Luigi Bobbio
sottolinea come si tratti di una ”legge fatta nell’interesse di tutti i
cittadini” per ”avere più sicurezza e una giustizia rapida e certà’. Per il senatore di An ”il
provvedimento obbligherà certa magistratura a svegliarsi dal torpore e dalle
sacche di inefficienza e impedirà di trascinare procedimenti per anni e
anni".

 

Ecco cosa cambia – Riduzione dei tempi di prescrizione di alcuni reati, ma se il
dibattimento non è già aperto. Pene più severe per mafiosi e recidivi,
niente carcere per gli ultrasettantenni

 

Pene più severe per i
mafiosi e per chi torna a delinquere. Riduzione dei tempi di prescrizione di
alcuni reati, ma solo per i procedimenti per i quali non si sia già aperto il
dibattimento. Niente carcere per gli ultrasettantenni. Sono questi i capisaldi
della ‘ex Cirielli’, approvata in via definitiva dal Senato. Un provvedimento
tornato a Palazzo Madama dopo le modifiche introdotte alla Camera tre settimane
fa. Sono imprescrittibili i reati puniti con l’ergastolo.

GIRO DI VITE PER MAFIOSI
– Il provvedimento prevede pene più severe per i mafiosi: reclusione da 5 a 10 anni per chi aderisce
all’organizzazione criminale, mentre per i capi e gli organizzatorigli la pena
sale da 7 a
12 anni. Da 2 a
4 anni, invece, è la reclusione prevista per chi li aiuta o li protegge.

CIRCOSTANZE AGGRAVANTI E ATTENUANTI
– Le attenuanti non potranno prevalere sulle aggravanti nel caso in cui
l’imputato sia un recidivo, minorenne o non imputabile.

RECIDIVA
Condanne più severe sono previste per chi torna a delinquere. Se il nuovo
reato non è colposo, la pena puo’ essere aumentata di un terzo. Fino alla metà,
invece, nel caso in cui il nuovo delitto sia della stessa indole, sia stato
commesso entro cinque anni dalla condanna precedente, durante o dopo
l’esecuzione della pena, ovvero durante il periodo in cui il condannato si
sottrae volontariamente all’esecuzione della pena. In caso di recidiva
reiterata l’aumento della pena non puo’ essere inferiore a un terzo della pena
stabilita per il reato più grave.

PENA A CASA PER 70ENNI NON RECIDIVI
– Niente carcere per chi ha compiuto 70 anni: la pena potrà essere scontata a
casa. A patto pero’ che non si tratti di un recidivo, dichiarato ”delinquente
abituale, professionale o per tendenzà’. Per i recidivi è vietata anche la
sospensione della pena, che invece puo’ essere concessa soltanto una volta a
tossicodipendenti e alcolisti che devono scontare non più di tre anni.

NORMA TRANSITORIA
– Le nuove norme sulla prescrizione non possono essere applicate ai
procedimenti in corso ”se i nuovi termini di prescrizione risultano più
lunghi di quelli previgenti”. Dal calcolo dei nuovi termini vengono esclusi i
processi in primo grado in cui il dibattimento sia stato già dichiarato aperto
e quelli pendenti in Appello e in Cassazione

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