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L’OUA solidale con i giudici tributari

(AGENPARL) – Roma, 20 giu – L’Organismo unitario dell’Avvocatura (Oua) interviene sulla presa di posizione del Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria e della presidente Daniela Gobbi, sui prospettati progetti di riforma del settore. Secondo l’Oua questi limitano l’indipendenza e autonomia dei giudici e dimostrano la scarsa conoscenza della realtà delle Commissioni tributarie e delle gravi criticità che ne impediscono un miglior funzionamento, a partire dalla mancanza del personale ausiliario nonchè di un numero adeguato di giudici. Per Maurizio de Tilla, presidente Oua, «le proposte in discussione sono sbagliate.

Netta contrarietà a provvedimenti che danno al ministero dell’Economica il potere di azione disciplinare e quindi di controllo sulle Commissioni tributarie e a quelli che introducono una logica penalizzante sul lavoro dei giudici tributari, basata sulla previsione di illeciti disciplinari, automatici per il ritardato deposito delle ordinanze oltre i termini stabiliti. Su quest’ultimo punto registriamo con favore come la norma in questione sia stata eliminata dal maxi emendamento al Decreto Sviluppo ora al voto di fiducia. Ma rimangono molti altri nodi irrisolti». Il presidente dell’Oua considera «inaccettabile che nel reclutamento mediante concorso per il settore della giustizia tributaria, si riservino ai magistrati ordinari il 50% dei posti, così come è netta l’opposizione alla previsione di una riserva assoluta per gli incarichi direttivi (e semi direttivi) sempre ai giudici di carriera. Infine, è mortificante prevedere per i giudici tributari un aumento solo del compenso variabile, legandolo a due condizioni: la pronuncia sul merito della causa entro un anno dall’introduzione del ricorso e la riduzione del contenzioso annuo del 10%». «È vero – conclude de Tilla – che è necessario un intervento legislativo per riordinare il settore, ma questo progetto di riforma deve essere frutto di un dialogo reale con chi opera nelle Commissioni Tributarie garantendo indipendenza e terzietà, nonché retribuzioni adeguate e valorizzando anche i molti avvocati che prestano la loro attività come giudici tributari”.

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