Civile

Sì affido, ma non convertire i figli se già educati al cattolicesimo – Cassazione Civile, Sentenza 9546/2012

La recente sentenza 9546 della Cassazione riapre la questione spinosa degli affidi, ribadendo che vengono favoriti i genitori cattolici. Stavolta il caso riguarda l’affidamento di un minore, battezzato e cresciuto con una educazione cattolica, ad una madre che dopo la separazione è diventata testimone di Geova.

Secondo la corte, la donna può ottenere l’affido solo se non coinvolge il minore nelle sue scelte religiose. In sostanza, viene ribadito il diritto dei genitori di crescere i figli sulla base di principi confessionali, ma ciò non deve turbarne la serenità e le abitudini, specie nel caso vi siano dissidi sul tipo di educazione da dargli. In questo caso il bambino, indottrinato dalla madre, avrebbe vissuto con “angoscia” l’eventualità di “arrivare al Giudizio senza peccato per poter rinascere nel nuovo Regno e di pensare il padre escluso da questa possibilità di salvezza”.

Il tribunale ha respinto il ricorso della madre, cui dalla corte d’appello era stato affidato il figlio a patto però che non lo coinvolgesse nel suo credo. E obbligandola a darlo al padre, cattolico, per festività come Pasqua e Natale e per il compleanno, un evento che i testimoni di Geova non festeggiano.

Da un lato la Cassazione respinge giustamente forme di indottrinamento marcate sui bambini, poiché per un corretto sviluppo sostiene ad esempio che non si debba presentare la “figura divina in termini solo persecutori e punitivi” in quanto “fonte di ansia e angoscia anziché di rassicurazione”. Ma dall’altra è proprio la Corte a privilegiare l’educazione cattolica per i figli, sulla base di una giurisprudenza fin troppo orientata, ritenendola non integralista e a prescindere migliore di altre forme, magari laiche.

Un vero e proprio favor religionis accordato al cattolicesimo in nome della sua predominanza sociale. Che diventa, come già riscontrato per genitori atei e stando anche alle segnalazioni che ci arrivano, di fatto discriminazione. E così non si fa altro che creare, con un circolo vizioso sancito proprio dai tribunali, ulteriore discriminazione e favorire apertamente il condizionamento di stampo cattolico sui bambini.

Allegato Pdf:

Cassazione Civile, Sezione Prima, Sentenza 9546/2012

Fonte: Uaar.it

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