Giustizia

La Corte di Cassazione in crisi di identità

2301/2015 Roma, inaugurazione dell'anno giudiziario presso la Suprema Corte di Cassazione. Nella foto i giudici con la toga
2301/2015 Roma, inaugurazione dell’anno giudiziario presso la Suprema Corte di Cassazione. Nella foto i giudici con la toga

La Corte di Cassazione vive “una vera e propria crisi di identità. Serve una carica innovativa di mentalitaà e di cultura che la avvicini al modello delle corti supreme europee”. Lo afferma il primo presidente della Suprema Corte, Giorgio Santacroce, intervenendo all’assemblea generale riunita nell’aula magna, alla presenza del capo dello Stato, Sergio Mattarella.

“L’abnormità dei numeri che scaturisce dall’accumulo dei procedimenti civili giacenti e della sopravvenienza dei ricorsi penali, oltre a impedire il rispetto della durata media ragionevole del processo, ha finito per creare una sorta di ‘monstrum’ che rappresenta un unicum che non ha riscontri in altri ordinamenti europei e nel mondo”.

“Di fronte all’acuirsi di questa crisi – ha aggiunto – è la stessa istituzione che rischia di essere affossata” per cui si impongono “scelte ordinamentali e organizzative drastiche e non più rinviabili” per realizzare “un reale cambiamento di rotta del giudizio di legittimità”.

Da qui, ha continuato il primo presidente, “la proposta di sopprimere la garanzia del ricorso per Cassazione contro tutte le sentenze dei giudici di merito” con l’obiettivo di “ricondurre la Corte nell’alveo delle sue funzioni di giudice di legittimita’ e garantire una risposta di giustizia di qualità che i grandi numeri non sono assolutamente in grado di dare”.

In vista dell’Assemblea la Cassazione ha istituito dei gruppi di lavoro per formulare delle proposte a Governo e Parlamento in particolare, come ha spiegato il presidente Santacroce nella sua relazione, si chiede di porre per legge un limite ai ricorsi. “Si prospetta – ha spiegato Santacroce – la revisione dell’art. 111 della Costituzione”, salvaguardando il ricorso per violazione di legge contro i provvedimenti sulla libertà personale ma circoscrivendo “la proponibilità del ricorso contro le sentenza nei casi nei quali sia ravvisabile la necessità di formulare principi giuridici di valenza generale”. Altre proposte vanno nella direzione “della rivitalizzazione del rito camerale della restrizione dell’ambito del controllo della motivazione e del contenimento delle dimensioni del ricorso e degli atti difensivi”.

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