Giustizia

“Isa”: l’assistente virtuale per una giustizia più efficiente

L’amministrazione della giustizia italiana potrebbe presto ricevere un importante supporto grazie a un progetto di intelligenza artificiale. “Isa” è un ambiente di intelligenza artificiale che dispone di un assistente virtuale personalizzato per magistrati, funzionari addetti agli uffici per il processo e presidenti di sezione. Questo progetto è stato finanziato dal Ministero della Giustizia e coordinato dall’Università di Salerno in collaborazione con uffici giudiziari, ordini forensi, università della Puglia e della Calabria e i loro rispettivi distretti giudiziari e ordini degli avvocati.

L’obiettivo di “Isa” è di supportare la mole di lavoro del magistrato e promuovere l’utilizzo dei sistemi informatici esistenti al massimo delle loro potenzialità. L’assistente virtuale sarà un supporto, coerente con la normativa europea, ma non sostituirà il lavoro del giudice. Inoltre, il modello sviluppato risponderà alle criticità di scopertura e sottodimensionamento degli organici del settore giudiziario.

Il prototipo di “Isa” è stato creato dal lavoro e dalla collaborazione di diverse professionalità universitarie, informatiche, giuridiche, statistiche e organizzative. L’utilizzo dell’intelligenza artificiale permette di creare un’interfaccia estremamente semplificata basata sul linguaggio naturale. Un bot risponde alle domande dell’utente, utilizzando i dati acquisiti in precedenza. Inoltre, l’ambiente permette la collaborazione tra team e l’assistente virtuale diventa un membro del team stesso.

Il coordinatore scientifico del progetto, la professoressa Paola Adinolfi, sottolinea che il progetto è stato reso possibile grazie all’osservazione delle dinamiche di funzionamento degli uffici giudiziari e allo scambio continuo con il personale togato e non togato di questi uffici e con i rappresentanti degli ordini professionali. Queste interazioni hanno portato alla proposta di una soluzione tecnologica che potesse supportare il lavoro degli uffici giudiziari.

“Isa” è un importante passo avanti nella direzione della modernizzazione della giustizia italiana. Grazie a questo progetto, il magistrato potrà concentrarsi su compiti più importanti, mentre l’assistente virtuale curerà il resto.

Come funziona “Isa”?

La modellizzazione del linguaggio artificiale utilizza tecniche di deep learning come le reti neurali per elaborare e generare testo. Queste tecniche sono alimentate da grandi quantità di dati di testo, che vengono utilizzati per addestrare il modello a identificare pattern e a produrre risposte appropriate.

Per la modellizzazione del linguaggio, i modelli di deep learning utilizzano principalmente due tecniche: modelli di linguaggio basati su encoder-decoder e modelli di linguaggio trasformazionali.

I modelli di linguaggio basati su encoder-decoder sono costruiti utilizzando due componenti principali: un encoder, che codifica l’input in un vettore, e un decoder, che decodifica il vettore in un output. Il modello addestrato utilizza questi due componenti per generare una risposta appropriate in base all’input fornito.

I modelli di linguaggio trasformazionali, d’altra parte, utilizzano un’architettura più complessa basata su una serie di blocchi di trasformazione che elaborano il testo in modo incrementale. Questi modelli sono in grado di comprendere contesti più ampi e di produrre risposte più appropriate e fluide rispetto ai modelli di linguaggio basati su encoder-decoder.

In entrambi i casi, l’obiettivo finale della modellizzazione del linguaggio artificiale è quello di produrre risposte appropriate e convincenti in base all’input fornito. Questi modelli sono utilizzati in molte applicazioni, tra cui chatbot, sistemi di traduzione automatica, sistemi di riconoscimento vocale e molte altre.

Questa tecnologia sta giocando un ruolo sempre più importante nella società moderna e il suo sviluppo continuerà a influire su molti aspetti della vita quotidiana.

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