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“L’ELOGIO DELLA PROSTITUZIONE“ DI ITALO TAVOLATO

“ Tuttora si continua a spregiare e a denigrare la sessualità svincolata da imperativi morali, la prostituzione. Tutte le morali variano, mutano, decadono, spariscono; la prostituzione resta. Perciò, se durata è indice di valore, la prostituzione è superiore all’etica. Spargo petali di rosa sul cammino donde verrà l’Anticristo che finalmente asservirà l’etica alla voluttà. “

Queste parole di Italo Tavolato sono contenute nel suo “ Elogio della prostituzione “, comparso il 1° maggio 1913 su “ Lacerba “, la rivista di letteratura, arte e politica fondata a Firenze da Giovanni Papini e Ardengo Soffici.
“ L ‘Elogio “ fece scandalo al punto che alcuni letterati, redattori della rivista cattolica “ La Torre “, suggerirono al sostituto procuratore del Re, Enrico Albino, di presentare una denuncia contro Tavolato e “ Lacerba “ per violazione dell’articolo 339 C. P. , oltraggio al pudore. Seguì, nel 1914, un processo ( i giornali italiani scrissero di un “processo al futurismo “ ) in cui “ L’Elogio “ venne presentato dall’accusa come un testo pornografico che incitava a soddisfare istinti lussuriosi.
Ma chi era Italo Tavolato; su quali argomentazioni si fondava il suo “ Elogio “ ? Tavolato era nato a Trieste nel febbraio 1889. Si formò culturalmente a Firenze, dove studiò Filosofia. A partire dal 1912 fu tra i collaboratori della rivista “ La Voce “ dove pubblicò articoli sulla cultura tedesca. Nel 1913 seguì Giovanni Papini e Ardengo Soffici che staccatisi da “ La Voce “ diedero vita alla rivista “ Lacerba “, rivista che “ ebbe carattere di violenta polemica contro l’arte e il costume borghesi, contro il conformismo e quietismo così degli individui come dei popoli, auspicando la guerra e la rivoluzione . …“ ( Enciclopedia Treccani ). “ Lacerba “ si caratterizzava, in sostanza, come il momento futurista e surrealista del “ vocianesimo “.

Su “ Lacerba “ Tavolato pubblicò traduzioni di letteratura tedesca e scritti sulla sessualità scagliandosi contro la morale borghese. Rimasto colpito dal “ Manifesto futurista della lussuria “ di Valentine de Saint – Point, collaboratrice della rivista futurista parigina “ Poesia “, Tavolato scrisse su “ Lacerba “ una “ Glossa “ al testo. In seguito pubblicò, come detto, “ L’elogio della prostituzione “.

Quali sono le argomentazioni su cui si fonda questo “ scandaloso “ testo ?
Lo scritto si apre con un rifiuto della religione e della sua visione della realtà che contrappone alla vita terrena e alle sue passioni un mondo ultraterreno:“ Fu questo il nostro tormento e la nostra afflizione: di aver riposto fede fuor della vita…. – scrive Tavolato – . Ed eravamo ancora fuori di noi, bestemmiando l’ Iddio del cielo, per i nostri travagli e per le nostre ulcere. Ma il tempo è vicino, in cui, spogliati dell’uomo vecchio e vestiti dell’uomo nuovo, tutto lo vomiteremo fuor della nostra bocca. E nessun prete più investigherà le reni e i cori; poiché abbiamo provati coloro che si dicono essere apostoli e nol sono; e li abbiamo trovati mendaci…. Da noi conquisteremo la corona della vita, ….Via dalla vigna del Signore me ne vo per un sentiero, onde non tornerò più….”

L’ascetismo religioso, prosegue Tavolato, ha condannato e condanna la voluttà e il piacere sessuale svincolato da imperativi morali, cioè la prostituzione. Tuttavia i sistemi morali mutano col passare dei secoli, mentre la prostituzione resta. “ Perciò, se durata è indice di valore, la prostituzione è superiore all’etica. “
Alla condanna dell’ascetismo cristiano Tavolato affianca il ripudio dell’etica kantiana. Kant “…epigone di Cristo, inventore dell’imperativo categorico (= trasfigurazione della sacra colomba cristiana), vi promette vera pace della coscienza e autentica umanità; quale ricompensa immolerete sul suo altare le possibilità della vostra vita.” E conclude con pungente ironia: “ Zazà, puttana, non promette nulla e mantiene. Ricompensa: dieci franchi. “

I moralisti , prosegue Tavolato, odiano la sessualità perchè nell’orgasmo la coscienza si spegne sottomessa al piacere. Siccome la coscienza si identifica con la moralità, il moralista dovrebbe rifiutare anche il sonno che è un appannamento della coscienza. Ma ciò non è possibile perchè ognuno sente il bisogno di dormire e senza sonno si impazzisce, dunque “ …è evidente che moralità e vita son termini inconciliabili, e che il perfetto moralista non esiste. Quindi tutti i moralisti mentiscono – finché non si presenti il perfetto svegliato. Frattanto l’etica, regno di ciò che deve avvenire, resta ipocrita irrealtà e fantastica coglioneria. “

E’ stupido e ridicolo, continua Tavolato, rimproverare alle prostitute la loro venalità.” Dove mai c’è vergogna e bassezza, – egli scrive – dove obbrobrio e indegnità, se la puttana vende il suo corpo? La superstizione, che vero amore non debba avere nulla a che fare con quattrini, deriva da completa ignoranza o da mascheramento della realtà, – non costa anche la moglie? “

Tavolato affronta poi la questione della “schiavitù “ delle prostitute che concedendosi alle voglie del primo venuto, rinunciano al diritto di rifiutare, “ spettanza delle donne oneste “ e meritano così di essere fuori della legge e della società civile. Per Tavolato, invece, è “imbecillagine acuta “ credere che le prostitute subiscano. L’istinto, la sessualità “ accoppia solamente gl’ individui fatti l’uno per l’altra, individui che a vicenda s’interessano e si piacciono. “ Non schiavitù, dunque, ma reciproca attrazione: “… se tu, fratello – scrive Tavolato – t’affidi all’imperativo categorico dell’istinto, sceglierai spontaneamente tra tutte le puttane soltanto quella che sarà in grado di ricambiare spontaneamente la tua simpatia con altrettanta simpatia. (“Amor che a null’amato amar perdona”) La tua voglia avrà il suo preciso riscontro nella sua voglia. “
Segue poi un attacco alla cultura dominante, “putrida baldracca che caccia nell’abominio le puttane “. “ La nostra cultura, – scrive Tavolato – misura la femmina sul metro dei valori intellettuali dell’uomo e la forza a prostituire i suoi caratteri snaturandola in maschia; ” mentre nella cultura ellenica e nel Rinascimento, la prostituta fu fonte d’ispirazione per poeti e filosofi. La cultura dominante viene anche definita “ papessa santificatrice della mediocrità” che, per paura del “tuffo nell’istinto”, ha relegato le prostitute ai margini della società. Ma ciò non sarà a lungo perchè “ c’è ancora chi vuole la vita nella sua pienezza, c’è chi l’ama nelle sue posizioni e nelle sue negazioni; e ardono ancora fiamme d’anima non soffocate dai preservativi della moralità. “

Il testo si chiude con una vera e propria “ ode” alla prostituta. La prostituta viene definita, tra le altre cose, “fiore di verità “ per il suo porsi contro l’opinione pubblica e l’approvazione della società; “comoda”, in quanto non lega l’uomo con “la svergognatezza delle dichiarazioni d’amore “, con le “convenzionali finzioni amorose “, con la “tragicommedia dell’amore galante e cavalleresco “; “impudica “ perchè non avendo “mangiato “ la mela della morale “ non ha pudore, non ha “paura del corpo “.
Infine la conclusione: “ Puttana. Per il poveretto sei inferno o paradiso. Cioè: la perdizione. Per la mente forte: un orizzonte su cui fiammeggiano immagine e concetto. Puttana sacrata alla notte, notte tu stessa; in te il creatore risplende di luce propria. Puttana, sei la salvezza. – Dixi et salvavi animam meam. “

Come valutare la sua operetta ? Si tratta, in buona sostanza, di una tipica “provocazione “ futurista, un testo che colpisce al cuore la società borghese e suoi valori etico – religiosi con l’esaltazione dell’istinto, della libera sessualità, della trasgressione. Del resto già Marinetti, padre del futurismo, si era lanciato in una crociata antiromantica criticando la visione della donna angelicata, il sentimentalismo, l’amore spirituale. Nel gennaio 1913 era comparso inoltre il “ Manifesto futurista della lussuria “ di Valentine de Saint – Point che Tavolato, come detto, aveva commentato su “Lacerba “. Nel “ Manifesto “ si legge:“ La Lussuria, concepita fuor di ogni concetto morale e come elemento essenziale del dinamismo della vita, è una forza. “ Era un elogio dell’istinto contro ogni moralismo ipocrita. Come si vede si tratta di temi che Tavolato riprenderà e svilupperà nel suo scritto.

Denunciato per oltraggio al pudore, accusato di avere scritto un testo pornografico, Tavolato venne poi assolto nel processo del 1914 e nell’aula del Tribunale risuonò il grido. “ W il futurismo e W le puttane. “

“ L’elogio della prostituzione “ di Italo Tavolato si può leggere e scaricare liberamente dal sito www.stradebianchelibri.com

Pancrazio Caponetto


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