Attualità

Resoconto del Convegno “GIUSTIZIA E COSTITUZIONE”, Salerno 18 ottobre 2002

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Il 18 ottobre 2002, dalle 16.30, si è
svolto, organizzato dall’Osservatorio sulla Giustizia, in Salerno e presso il
Palazzo della Provincia, il convegno su “Giustizia e Costituzione”, moderato
dall’avv. Dell’Acqua. 

Oggetto del convegno era l’attuale
progetto di riforma dell’ordinamento giudiziario, presentata dal governo. Dopo
i saluti dell’avv. A. Montera e del Presidente della Provincia, il prof.
Sandro Stajano (Direttore del Dipartimento di Diritto costituzionale e comparato
dell’Università Federico II di Napoli) ha tenuto una relazione introduttiva,
cui sono seguiti gli interventi del Sen. Avv. Roberto MANZIONE, Vicepresidente
del Gruppo “Margherita” del Senato della Repubblica, nonché dell’Avv.
Antonio MAROTTA, Componente “laico” del Consiglio Superiore della
Magistratura. 

La relazione introduttiva, ampia e
puntuale, ha illustrato il progetto di legge: il quale si articola su di una
parte con la quale viene conferita de-lega al governo all’emanazione di
decreti delegati, e di un’altra, immediatamente precettiva: alla delegazione,
ormai, non si fa ricorso più per la complessità tecnica della materia, ma
sem-pre più frequentemente per la complessità politica e questo sembra proprio
il caso in esame. Il prof. Stajano ha l’impressione di un intento di chiara
destrutturazione dell’assetto attuale, con una sensibile, ulteriore
limitazione del ruolo del Consiglio Superiore della Magistratura. A suo
giudizio, la linea guida del disegno di legge muove verso una restituzione alla
Cassazione del ruolo di vertice dell’ordine giudiziario, il quale pero’ era
conforme all’ordinamento prerepubblicano, ma è contrario all’attuale
assetto costituzionale e, segnatamente, all’art. 107 Cost., il quale esclude
espressamente qualun-que strutturazione gerarchica. Ancora, la Scuola per la
Magistratura viene sot-tratta al C.S.M. ed affidata appunto alla Cassazione,
mentre l’accesso a quest’ultima è regolato da una commissione nominata si’
dal C.S.M., ma all’interno di nominativi scelti dal Ministro e quindi in
violazione del ruolo costituzionale del Consiglio Superiore, con compressione
dei pri-vilegi costituzionali sull’indipendenza della ma-gistratura.

 Inoltre, l’autorevolezza della
Corte non si recupera attribuendole impropri ruoli gerarchici, ma consentendole
un’elevata qualità ed un tono delle decisioni, raggiungibili mediante una
seria deflazione del carico ed il controllo sull’accesso. 

Critica poi l’attuale matrice culturale
della progettazione legislativa, la quale si svolge in un vuoto di cultura
costituzionale, a seguito della banalizzazione e dell’erosione di questa.
Critica pero’ anche l’A.N.M., che ” a suo dire ” non ha reagito alla
perdurante inerzia legislativa nell’attuazione dei disegni costituzionali
anche sull’ordinamento giudiziari, adagiandosi di un consenso che pero’ alla
lunga ” ed alla prova dei fatti ” si è rivelato contingente, provvisorio e
reversibile. Sulla Cirami ritiene necessaria una valutazione di coerenza interna
dell’ordinamento, il quale vede da una parte l’art. 25 Cost. e dall’altra
l’art. 111 Cost., sicché utile sarebbe, a bilanciare gli opposti interessi, l’art.
3 Cost., nel quadro di una specificità di riferimento. Conclude ritenendo che
vanno rimeditati i modelli di produzione normativa, potendo essere inattuale che
la Costituzione sostanziale si formi sui giudici e per mezzo di loro: è tempo
di politica costituzionale, non di lotta per la Costituzione. Sono poi seguiti
gli interventi dei relatori Manzione e Marotta.

(Resoconto a cura del Dott. Franco De
Stefano)

 

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