Attualità

Svolta possibile per la giustizia amministrativa


Tredici riunioni in commissione e tre sedute plenarie, ma alla fine il Consiglio
di presidenza, l’organo di autogoverno della magistratura amministrativa, ieri
è riuscito ad approvare un documento unitario che indica le direttrici per una
riforma di Tar e Consiglio di Stato. Una sorta di vademecum per il Governo, che
aveva chiesto suggerimenti e che ieri stesso ha ricevuto le proposte del Csm
amministrativo. Proposte che prevedono l’istituzione delle sezioni staccate dei
Tar e del Consiglio di Stato, la creazione di sezioni stralcio anti-arretrato,
l’avanzamento di carriera sulla base del merito e il rafforzamento degli
organici delle segreterie.


Su tutti gli aspetti c’è stata unanimità, tranne che sui criteri di accesso al
Consiglio di Stato, punto approvato con dieci voti favorevoli, tre contrari e
due astenuti. La riforma dei criteri di ingresso a Palazzo Spada è già
contenuta nel disegno di legge sull’ordinamento giudiziario che il Parlamento
sta esaminando, ma quelle indicazioni hanno creato una spaccatura tra Tar e
Consiglio di Stato. Il Consiglio di presidenza intendeva trovare un punto di
mediazione: l’ha fatto, ma non ha convinto tutti. I principi. La riforma della
giustizia amministrativa è «necessaria» e deve rispettare «un disegno
organico». Anche perchè ci sono tre importanti novità di cui si deve tener
conto: la riforma del Titolo V della Costituzione; il giusto processo e le
prospettive aperte dalla mini-riforma del processo amministrativo (la legge
205/2000). Partendo da questi presupposti si puo’, secondo il Consiglio di
presidenza, prevedere una delega al Governo per un intervento che punti alla
valorizzazione del merito dei magistrati e organizzi la Giustizia in funzione
degli interessi del cittadino.


Le sezioni staccate. Aumento degli organici dei magistrati dei Tar e
possibilità, nei tribunali dove i carichi di lavoro sono limitati, di applicare
i giudici altrove: queste alcune misure per ridare efficienza al primo grado. Si
puo’, inoltre, introdurre, per determinate controversie, la sede monocratica e
si possono aumentare le sedi staccate dei Tar. Le sezioni staccate, sia
giurisdizionali sia consultive, vengono proposte anche per il Consiglio di
Stato: due a Roma, una a Milano e una a Napoli, che si dividono le cause di
primo grado secondo un criterio geografico. A Milano quelle dei Tar del Nord,
alle due di Roma quelle del Centro e a Napoli quelle del Sud. Per quanto
riguarda l’attività consultiva, la sede "centrale" (Palazzo Spada) continua ad
avere la competenza sugli atti delle amministrazioni centrali, mentre alle
sezioni consultive delle sedi staccate spetta l’esame degli atti delle Regioni.
Le sezioni consultive staccate sono composte da magistrati e da membri
aggregati, in possesso di determinati profili professionali e nominati dai
Consigli regionali, dietro parere del Consiglio di presidenza. Contro
l’arretrato.


Di fronte alle oltre 900mila cause pendenti il documento lascia aperta la porta
alle sezioni stralcio, composte soprattutto da togati e integrate, ma solo «in
casi tassativi e per esigenze temporanee», da magistrati onorari con incarico a
termine. Puo’, inoltre, essere prevista l’istituzione di apposite segreterie per
le sezioni stralcio. Il personale delle cancellerie va, pero’, aumentato ”
magari con il distacco di parte dei 400 segretari comunali ora a disposizione ”
e puo’ essere introdotta la figura dell’assistente giudiziario. L’accesso e la
carriera. L’unica modalità per diventare magistrati amministrativi è quella
del concorso nazionale: «non devono essere ammesse altre forme di reclutamento».
Va, tuttavia, mantenuta la quota di giudici di nomina governativa. Il passaggio
da una qualifica all’altra deve avvenire in base a criteri di merito,
«escludendo automatismi legati alla sola anzianità». I criteri devono essere
applicati da commissioni esterne nominate dall’organo di autogoverno e formate
non da soli magistrati.

A.Cerchi

http://www.ilsole24ore.it

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