Attualità

Mafia, permesso premio per il boss pentito Giovanni Brusca

Il boss Giovanni Brusca, attualmente collaboratore di
giustizia, uscirà  dal carcere, in permesso, una volta ogni due mesi. Lo ha
deciso il tribunale di sorveglianza di Roma. A rivelare la notizia del
permesso di cui gode l’ex boss di San Giuseppe Jato, difeso dal legale Luigi
Ligotti, il Giornale di Sicilia.

Giovanni Brusca è stato uno dei ”mammasantissimà’ pià¹
sanguinari nella storia di Cosa Nostra in Sicilia. Arrestato il 20 maggio del
’96 in una villetta a Cannapello, nell’Agrigentino, il boss aveva all’epoca 36
anni. Figlio di Bernardo vecchio patriarca di San Giuseppe Jato (morto nel
2000) Giovanni Brusca si è accusato, nel corso delle sue ammissioni da
collaboratore di giustizia (‘pentimento’ ufficialmente avvenuto alla fine del
’99), di circa cento omicidi: fra questi quello del piccolo Giuseppe Di
Matteo, figlio dodicenne del pentito Santo strangolato e sciolto nell’acido.
Brusca è l’uomo che il 23 maggio del ’92 premette il pulsante con cui venne
azionato l’ordigno che uccise sull’autostrada Mazara-Palermo il giudice
Giovanni Falcone. La scalata al vertice di Cosa Nostra per lui, giovane
blasonato in tema di famiglie mafiose, arriva dopo l’arresto di Totò Riina e
successivamente di Leoluca Bagarella. Brusca è al vertice di Cosa Nostra. La
sua adolescenza a San Giuseppe Jato lo vede prima amico e poi nemico del
pentito nonchè suo coetaneo, Balduccio Di Maggio, mafioso della famiglia di
San Giuseppe Jato.

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