Attualità

È legge la riforma dell’ordinamento giudiziario. L’esecutivo avrà un anno di tempo per scrivere i decreti delegati

La riforma
dell’ordinamento giudiziario è legge. Adesso il Governo dovrà mettere mano ai
decreti delegati, per i quali avrà un anno di tempo. Dopo sessant’anni cambia
quindi il sistema di accesso alla carriera di magistrato, cambia l’avanzamento
in carriera, ci sarà una Scuola ad hoc per la formazione dei togati e si
arriverà alla tipizzazione degli illeciti disciplinari. Questo in estrema
sintesi il contenuto della riforma, tanto contrastata dal Centrosinistra e sia
dall’Associazione nazionale magistrati che, dalla presentazione del progetto ad
oggi, ha proclamato ed attuato ben tre scioperi contro di esso, che dai
penalisti, anche loro impegnati in due astensioni, di cui l’ultima in
concomitanza con i magistrati, seppure per motivi decisamente opposti.
La storia. Approvato dal Consiglio dei ministri nel marzo del 2002, il progetto
veniva destinato in prima lettura a Palazzo Madama che iniziava la discussione
il 12 giugno dello stesso anno. Dopo una lunga e travagliata discussione,
corredata dal primo maxi-emendamento dell’esecutivo, il Senato riusciva a
licenziare il testo il 21 gennaio del 2004 inviandolo cosi’ a Montecitorio.
Durante la discussione al Senato cambiava anche il rappresentante del Governo
"delegato" a seguire il progetto: il sottosegretario Michele Vietti veniva
infatti sostituito direttamente dal ministro Roberto Castelli. Il 3 febbraio
2004 la commissione Giustizia di Montecitorio iniziava ad esaminare il testo
proveniente dal Senato, chiamando come relatore, Francesco Nitto Palma (Fi)
"distaccato" per l’occasione dalla commissione Affari costituzionali. Anche
durante la discussione alla Camera l’esecutivo presentava un secondo
maxi-emendamento, volto, almeno come intento, a venire incontro alle necessità
del mondo della magistratura. Il presidente della commissione Giustizia, Gaetano
Pecorella (Fi), in particolare si prestava come mediatore, dichiarando anche di
voler accogliere le indicazioni dell’Anm presentate in occasione dell’audizione
dei vertici del sindacato delle toghe. Ma le modifiche, ancora una volta, non
incontravano il favore dei magistrati che, anzi, le definivano peggiorative,
mentre sull’altro versante gli avvocati penalisti si dichiaravano decisamente
delusi dall’iniziativa che non attuava il principio costituzionale del giusto
processo. Approvato alla fine di giugno, con il ricorso al voto di fiducia, il
1° luglio il disegno di legge veniva trasmesso di nuovo a Palazzo Madama, dove,
secondo le intenzioni del Guardasigilli, avrebbe dovuto essere approvato prima
della fine dell’estate. Ma durante la terza lettura, non solo il provvedimento
non veniva approvato entro i termini richiesti dal Guardasigilli, ma,
protagonista anche la forza politica di maggioranza dell’Udc, il testo veniva
ulteriormente modificato con il terzo ed ultimo maxi-emendamento dell’esecutivo.
Anche in questo caso, pur non dovendo ricorrere al voto di fiducia, il
provvedimento approdava in Aula senza aver concluso il suo iter in commissione
Giustizia, "perdendo" quindi il relatore Luigi Bobbio (An). Rassicurato anche
dal presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, il ministro Castelli si
"convinceva" a ritornare a Montecitorio, per un passaggio veloce e "sicuro"
nella finestra aperta tra la prima e la terza lettura della Finanziaria. Il
quarto ed ultimo passaggio, quindi, durava solo quindici giorni, iniziato il 15
novembre in commissione Giustizia e chiuso ieri con il voto finale.
L’accesso e la progressione. Prima del concorso l’aspirante uditore dovrà
indicare nella domanda di ammissione, la funzione che vorrà intraprendere;
nell’ambito delle prove orali il candidato dovrà sostenere un colloquio di
idoneità psico-attitudinale anche in relazione alle funzioni indicate nella
domanda. Il tirocinio sarà di ventiquattro mesi, di cui sette in un collegio
giudicante, tre in un ufficio requirente di primo grado e otto in un ufficio
corrispondente a quello di prima destinazione. Dopo due anni il magistrato
dovrà scegliere se fare il giudice o il Pm. In caso di funzioni giudicanti,
dopo otto anni di professione si potrà accedere al concorso per titoli ed esami
per accedere alle funzioni di secondo grado, oppure dopo tredici anni tramite
concorso per titoli. Per la funzione requirente, dopo otto anni tramite concorso
per titoli ed esami si potrà accedere al II grado, oppure dopo tredici tramite
concorso per titoli. Dopo tre anni di esercizio delle funzioni di secondo grado
e diciotto anni di anzianità, si potrà accedere, tramite concorso per titoli
alle funzioni di legittimità, oppure, volendo bruciare le tappe dopo diciotto
anni di anzianità ma non tre di esercizio delle funzioni di secondo grado, si
potrà accedere alla legittimità superando un concorso per titoli ed esami
(stesso concorso se si vuole bruciare le tappe con tre anni di esercizio delle
funzioni di secondo grado ma non diciotto di anzianità).
Il super manager. Arriverà per le Corti d’appello di Roma, Milano, Napoli e
Palermo il direttore tecnico che si occuperà dell’organizzazione tecnica e la
gestione dei servizi non aventi carattere giurisdizionale. Sarà nominato dal
ministro della Giustizia e avrà la qualifica di dirigente generale.
La Scuola superiore della magistratura. Ad occuparsi della formazione del
magistrato non sarà più il Csm, ma la scuola superiore della magistratura,
diretta da un comitato in carica quattro anni e composto dal Primo presidente e
dal Procuratore generale della Corte di cassazione, da due magistrati nominati
dal Consiglio superiore della magistratura, da un avvocato con almeno quindici
anni di professione nominato dal Consiglio nazionale forense, da un professore
universitario e da un membro nominato dal ministro della Giustizia.
La nuova Procura. Sarà il procuratore della Repubblica il titolare esclusivo
dell’azione penale, cosi’ come sarà lui a determinare i criteri per
l’organizzazione dell’ufficio. Il Capo della procura determinerà i criteri
generali cui i magistrati addetti all’ufficio dovranno attenersi nell’impiego
della polizia giudiziaria, nell’utilizzo delle risorse finanziarie e
tecnologiche dell’ufficio e nell’impostazione delle indagini. E ancora sarà
solo lui a tenere i contatti con gli organi di informazione; dovrà inoltre
segnalare obbligatoriamente al consiglio giudiziario i comportamenti dei
magistrati del proprio ufficio che siano in contrasto con le disposizioni
stabilite dalla riforma.
La tipizzazione degli illeciti. Costituirà illecito disciplinare funzionale, un
comportamento abitualmente o gravemente scorretto nei confronti delle parti, dei
loro difensori, dei testimoni o di chiunque abbia rapporti con il magistrato
nell’ambito dell’ufficio giudiziario; l’omissione della comunicazione al Csm di
situazioni di incompatibilità, l’inosservanza dell’obbligo di astensione, la
grave violazione di legge o travisamento dei fatti, l’emissione di provvedimenti
privi di motivazione, la divulgazione di atti coperti da segreto. Ma sarà
considerato illecito disciplinare funzionale il rapporto diretto con i mass
media, l’adozione di provvedimenti abnormi o che invadano la competenza di altri
organi pubblici, l’interpretazione della legge non conforme all’articolo 12
delle Preleggi e il sottrarsi in modo abituale e ingiustificato al lavoro
giudiziario. Saranno invece illeciti disciplinari extrafunzionali l’uso delle
qualità di magistrato per conseguire vantaggi per sè o per altri, frequentare
persone sotto processo o delinquenti abituali e professionali, partecipare ad
associazioni segrete, partiti o all’attività di centri politici o affaristici.

Inaugurazione dell’anno giudiziario. Entro il ventesimo giorno dalla data di
inizio dell’anno giudiziario, il ministro della giustizia dovrà comunicare alle
Camere la relazione sull’amministrazione della giustizia svolta nel precedente
anno e sulle linee di politica giudiziaria per l’anno in corso. Parteciperanno
all’inaugurazione, prendendo la parola anche il Procuratore generale e
l’Avvocatura.

www.dirittoegiustizia.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *