Attualità

Cause civili, l’arbitrato taglia i costi

Un’opportunità
di cui usufruiscono pero’ solo pochi utenti, nonostante consenta di risolvere
controversie di carattere civile, dalle compravendite immobiliari ai contratti
societari, che spesso vengono relegate al giudice ordinario. Se ne è parlato
ieri a Roma in occasione del convegno ´L’arbitrato sinonimo di libertà’,
promosso dalla camera arbitrale italiana, e che ha visto la partecipazione, tra
gli altri, dei giudici costituzionali Romano Vaccarella e Giovanni Maria Flick,
già ministro della giustizia, e del presidente di sezione del Consiglio di
stato, Pasquale De Lise. In un momento in cui sono frequenti le critiche, anche
da parte della stessa magistratura, sui tempi lunghi e le ristrettezze
economiche del sistema giudiziario italiano, lo strumento dell’arbitrato si
distingue completamente da questo scenario. Da un lato c’è la rapidità con cui
vengono chiuse le cause (entro 180 giorni) e soprattutto il costo contenuto
delle singole controversie (circa 1.500 euro, inferiore a un giudizio civile e
comunque proporzionali al valore della controversia). ´Qualsiasi cittadino’, ha
affermato il vicepresidente della camera arbitrale italiana, Bernardo Blasio,
´è libero di fare ricorso all’istituto dell’arbitrato, inserendo
preventivamente un’apposita clausola arbitrale nei contratti e ottenendo
giustizia nei tempi fissati dalla legge. Nel caso dell’arbitrario rituale la
decisione degli arbitri ha la stessa efficacia esecutiva di una sentenza della
magistratura civilè.


Per l’ex ministro Giovanni Maria Flick, ´l’arbitrato è sicuramente la più
importante forma alternativa per la risoluzione delle controversie. Recentemente
abbiamo appreso che in Italia il numero dei processi si è ridotto del 4,6%. Un
dato solo apparentemente positivo, visto che questa riduzione è dovuta alla
fuga dei cittadini dalla giustizia, a causa del costo dei processi e dei tempi.
A un giudice ordinario arrivano controversie di ogni tipo, e la durata media di
un processo è arrivata a otto anni, ovvero nove mesi in più rispetto al
periodo precedentè.


Per questo l’arbitrario, secondo Flick, puo’ essere un’opportunità per sgravare
il lavoro dei giudici ordinari, pur riconoscendo che in Italia manca ´la cultura
della mediazionè. Per questo sono necessarie iniziative mirate di
comunicazione, volte a far conoscere ai cittadini questa opportunità. Per il
giudice costituzionale Romano Vaccarella, ´in Italia si ha timore a ricorrere a
strumenti diversi proprio perchè non si sa bene cosa succede utilizzando strade
alternativè. (
Antonio
Ranalli, Italia Oggi)

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