Attualità

Riforma sul filo dello sciopero. Critiche di penalisti e Anm al disegno di legge sull’ordinamento


NAPOLI • Penalisti e magistrati non escludono nuovi
scioperi contro la riforma della giustizia. Dal congresso dell’Unione delle
Camere penali, che si chiude oggi a Napoli, arriva la conferma del braccio di
ferro sul nuovo ordinamento, bloccato in Aula al Senato dopo il rinvio alle
Camere deciso dal Quirinale, con la prospettiva di un difficile secondo
passaggio a Montecitorio.
« Certamente noi avvocati abbiamo ragioni più valide dei magistrati per
protestare » , ha chiarito il presidente delle Camere penali, Ettore Randazzo. «
La verità è che i magistrati hanno ottenuto quanto gli stava più a cuore,
mantenere, cioè, una commistione delle carriere che viola i principi
costituzionali, i risultati di un referendum popolare e la logica e la struttura
del processo come è attuato in tutti i Paesi del mondo » . Noi addetti ai
lavori ” ha proseguito Randazzo ” sappiamo che quanto previsto nella riforma non
è neanche l’inizio della separazione delle carriere, anzi è la sua negazione.


Dure anche le critiche dal fronte opposto, quello
della magistratura.


« Spero che la nave della riforma affondi » , ha
dichiarato a margine dei lavori il neopresidente dell’Anm, Ciro Riviezzo. « Se
si dovesse andare avanti su quel testo, che non risponde nemmeno ai rilievi di
palese incostituzionalità sollevati dal capo dello Stato ” ha sottolineato
Riviezzo ” allora non potremmo che esprimere, come sempre, il nostro netto
dissenso con la protesta più ferma » . Il presidente dell’Anm ha comunque
ribadito la disponibilità dei magistrati al dialogo in caso di riapertura del
confronto in Parlamento, non solo sui punti segnalati dal capo dello Stato ma
anche sul resto dell’impianto della riforma.


Al congresso di Napoli si è riaccesa anche la
polemica Csm Pera, nata dalle critiche espresse al decreto competitività in un
documento firmato dai togati delle correnti di Md e del Movimento e dalla
conseguente " bacchettata" del presidente del Senato. « L’intervento di Pera è
stato un utile campanello di allarme” ha sottolineato Nicola Buccico, componente
laico del Consiglio superiore della magistratura indicato dalla Cdl “: da tempo
abbiamo notato una tracimazione dell’organo del Csm verso prerogative
costituzionali. Ma si tratta di un organo di autogoverno: l’interlocutore del
Parlamento è il ministro, non il Consiglio superiore della magistratura » .
Quanto ai contenuti del Dl competitività, secondo Buccico ci sono alcune
disposizioni, come la privatizzazione delle notifiche, assolutamente accettabili
perchè in grado di velocizzare il processo civile.


Opposto il parere di Riviezzo: « Il
Csm ha il dovere di dare il proprio parere al Parlamento su tutte le questioni
che incidono sugli uffici giudiziari ” ha chiarito il presidente dell’Anm “. Il
decreto sulla competitività avrà effetti devastanti per alcune norme
sull’organizzazione degli uffici giudiziari e della giustizia, già cosi’
disastrata, per cui penso che il Csm abbia non solo il diritto ma il dovere di
intervenire su questa materia e di dare il proprio contributo » . Poi, ha
concluso Riviezzo, il Parlamento ne faccia l’uso che vuole, perchè è sovrano,
ma non si puo’ pensare che in un regime democratico non si possa parlare.

En.Ma., Il Sole 24 Ore

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