Civile

Cogne, al via il processo di appello alla Franzoni

Torino, 16
nov. – E’ iniziato questa mattina, al Palagiustizia di Torino, il processo
d’appello per Annamaria Franzoni, la mamma del piccolo Samuele Lorenzi, ucciso
il 30 gennaio 2002 nella villetta di Cogne. La Franzoni, condannata in primo
grado a 30 anni, è per la prima volta presente in aula insieme al marito
Stefano Lorenzi e ai suoceri, Mario e Alida Lorenzi.

Centinaia le persone che si sono accalcate fin da questa mattina fuori dal
Tribunale per vedere la Franzoni. Decine i giornalisti accreditati in aula
mentre sono rimaste fuori le telecamere, per un’ordinanza del
presidente della Corte
Romano
Pettenati. ”Si tratta di una vicenda importante e dolorosa. Faccio appello al
senso di civiltà di chi assiste. E, sono certo, non mancherà’, ha detto il
giudice Pettenati aprendo il processo.

Dopo la ricostruzione della vicenda fatta dal giudice a latere Luisella Gallino,
la parola alla difesa e all’accusa.

Il procuratore generale
della Corte d’Appello di Torino, Vittorio Corsi, ha chiesto per Anna Maria
Franzoni una nuova perizia psichiatrica. Il magistrato ha motivato la richiesta
”con la necessità di ulteriori approfondimenti in particolare per quanto
riguarda i malesseri manifestati dalla signora Franzoni la sera prima e la
mattina precedente la morte di Samuelè’. In particolare il procuratore Corsi ha
posto l’accento sui ‘formicolii’ e sulle ‘crisi d’ansià per le quali era stato
richiesto l’intervento della guardia medica. ”Questi malori, queste crisi, che
potrebbero essere di ansia – ha spiegato Corsi – dovrebbero essere studiate e
riviste sperando che la signora Franzoni voglia aiutare tutti a comprendere la
sua personalità”. Il procuratore generale ha poi posto l’accento sulle
preoccupazioni che la signora Franzoni nutriva per la salute del figlio. Per il
procuratore generale, inoltre, ulteriori approfondimenti andrebbero fatti anche
riguardo al ”mondo buono della famiglia Lorenzi e della sua famiglia d’origine
e il mondo cattivo, quello di fuori che, via via, uno dopo l’altro riguarda un
po’ tutta Cognè’.

Quindi è intervenuto il legale della signora, l’avvocato
Carlo Taormina
, precisando che la
difesa ”non ha fatto richiesta di una nuova perizia psichiatricà’. ”La
perizia non è legata a una richiesta di parte, è un potere del giudicè’, ha
sottolineato il legale, auspicando che comunque la corte non decida una nuova
perizia. Taormina ha quindi chiesto ”che si arrivi una volta per tutte a
chiarire cosa è accaduto”. ”E il nostro desiderio è che Anna Maria Franzoni
possa dirlo – ha aggiunto -. Per questo chiediamo la rinnovazione del
dibattimento e all’interno di questo il suo interrogatorio”.

Durante una pausa, Mario Lorenzi,
il suocero di Anna Maria Franzoni, ha commentato: ”Mi sembra ci sia un clima di
collaborazione tra le parti, ho una buona impressione, mi sembra un segnale
positivo che si voglia vedere chiaramente. Mi sembra che questo sia il vero
processo”. Il suocero non condivide quanto affermato dall’accusa secondo cui
Anna Maria Franzoni aveva manifestato disturbi d’ansia e di solitudine. ”E’
vero che è una mamma apprensiva, ma non mi pare abbia mai avuto problemi di
solitudine, certo è una donna attaccata alla sua famiglia, ma questo mi pare
normalè’.

In serata l’udienza è stata
aggiornata a lunedi’ 21
. In quell’occasione verr
à esaminato il
filmato che riprende macchie di sangue ai piedi del letto dove fu trovato il
piccolo Samuele e un’intervista alla psichiatra che fu la prima ad accorrere sul
luogo. Nella medesima udienza verranno anche sentiti i due carabinieri del
Nucleo operativo di Aosta il maresciallo Emilio Marrani e l’appuntato Marco
Piras che hanno girato il filmato. Intanto è stato stabilito un termine di 15
giorni per la trascrizione dell’interrogatorio che Anna Maria Franzoni fece al
gip di Aosta mentre si trovava in carcere nel marzo 2002 e un termine di 30
giorni per le trascrizioni delle telefonate effettuate il 30 marzo del 2002
quando il piccolo Samuele fu ucciso.

”Mi pare ci sia stata una posizione di grande equilibrio. Credo che il punto di
partenza sia buono sia per quanto riguarda l’accusa sia per la difesa. Abbiamo a
che fare con una Corte che vuole capire e non vuole risparmiare nulla
all’accertamento penalè’, ha commentato Taormina, che incontrando i giornalisti
al termine della prima udienza ha aggiunto ”mi è parso di capire che c’è un
fondamento di serietà”

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