Penale

Obbligo di dimora con divieto di uscita notturna per i piromani – CASSAZIONE PENALE, Sezione I, Sentenza n. 28447/2007

Giro di
vite della Cassazione nei confronti dei piromani.
Per chi è accusato di avere appiccato roghi scatta,
infatti, l’obbligo di dimora con "divieto di uscita notturna" anche se il
processo deve ancora essere celebrato
. La Suprema Corte, con una
sentenza della Prima sezione penale (la numero 28447), in qualche misura
interviene sull’emergenza incendi stabilendo che nei confronti di chi è
accusato di avere appiccato roghi deve scattare l’obbligo di dimora, con tanto
di "divieto di uscita notturna" in attesa del processo. Applicando questo
principio, la Suprema Corte ha cosi’ confermato la misura restrittiva nei
confronti di due ventenni emiliani, A. G. e F. A., accusati di avere provocato
"numerosi incendi".


Secondo la Suprema Corte, anche se i due giovani per ora sono indagati è più
che legittimo imporre questo tipo di sanzione
”alla luce della gravità dell’accusa
,
data la "recidività dimostrata dai giovani". Già il Tribunale di Bologna, nel
dicembre 2007, aveva imposto ai due giovani di rimanere rigorosamente chiusi in
casa di notte "con riguardo ai gravi indizi di commissione di numerosi incendi
provocati dal settembre del 2005".

Inutilmente i due giovani accusati si sono rivolti alla Cassazione, sostenendo
tra l’altro che erano trascorsi "oltre sei mesi dall’ultimo episodio
contestato". La Prima sezione penale ha respinto i ricorsi di A. G. e F. A.,
sostenendo che "la misura"
applicata
dell’obbligo di dimora con divieto di uscita notturna
deve "ritenersi giustificata
dalla singolare recidività specifica dimostrata dai giovani indagati"
.

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