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Colpisce con una pietra fidanzata di 13 anni, fermato, lei in coma

Una ragazzina di 13 anni è ricoverata in stato di coma nell’ospedale di Reggio Calabria dopo essere stata presa a sassate dal fidanzato di 17 anni al termine di una lite. Il ragazzo è già stato bloccato dalla squadra mobile e dopo un’interrogatorio durato tutta la notte, stamani è stato arrestato per tentato omicidio. E’ stata una lite per motivi sentimentali a scatenare la rabbia del ragazzo che ha colpito con una pietra alla testa la fidanzatina. La ragazzina e’ stata portata in ospedale dal padre, nel tardo pomeriggio di ieri. I genitori della tredicenne hanno informato la squadra mobile che la figlia aveva avuto un incontro col ragazzo. Gli agenti si sono messi alla ricerca del minorenne e lo hanno rintracciato in tarda serata in un casolare.

Portato in Questura e’ stato interrogato per tutta la notte ed alla fine e’ stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio. Secondo quanto accertato dalla polizia, il ragazzo ha colpito violentemente con una pietra alla testa la ragazza, quindi le ha messo sopra una lastra di pietra per nascondere il corpo oppure, e’ una delle ipotesi della polizia, per farle ancora piu’ male o per simulare una piccola frana e quindi un incidente. Dopo l’aggressione il minore e’ fuggito, rifugiandosi nel casolare dove e’ stato rintracciato dalla polizia. La tredicenne, nel corso della notte e’ stata operata. Le sue condizioni sono definite molto gravi.

Un ragazzo “problematico”. Così la polizia definisce il diciassettenne che era già noto alle forze dell’ordine per piccoli reati e per questo motivo ha trascorso alcuni periodi della sua vita in alcune comunità. Attualmente vive con la famiglia. Anche il padre è noto alla polizia, anche lui per piccoli fatti. Gli investigatori hanno comunque escluso che la famiglia del ragazzo, così come quella della tredicenne, sia legata ad ambienti della criminalità. Tramite una delle comunità presso le quali ha vissuto, il ragazzo aveva ottenuto anche un contratto di lavoro come apprendista. Le famiglie dei due ragazzi sono definite normali dagli investigatori, che hanno evidenziato come l’accaduto non sia avvenuto in un ambiente degradato.

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