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Luciano Moggi all’attacco dopo la radiazione

Luciano Moggi

“Vogliono la guerra? La guerra gliela facciamo. Vedremo questo gioco a cosa porta. Voglio uscire dal calcio quando lo dico io, non quando lo dicono gli altri ingiustamente…”. E’ lo sfogo di Luciano Moggi dopo la sua radiazione decisa dalla Commissione disciplinare della Federcalcio. L’ex direttore generale della Juventus ha parlato ieri sera a ‘Diretta Stadio’ su 7Gold.

Moggi ha assicurato di essere pronto a ricorrere in tutti i gradi di appello possibili. Secondo Moggi la sentenza ha disatteso “quello che il Coni voleva attualizzare. Attualizzare significa vedere tutto quello che è successo realmente e non fare un processo parziale su 21 telefonate di un investigatore che ha dimostrato in aula, a Napoli, quello che vale. Questo processo si basa su 21 intercettazioni” sulle quali c’è “una sentenza di Sandulli che dice che non si è consumato nessun illecito”.

“Hanno guardato solo le nostre 21 intercettazioni – ha proseguito l’ex dirigente bianconero – E’ venuto fuori il roblema che io sapevo gli assistenti, quando era uno della Federazione che chiamava a me alle 11.45, a Facchetti e a Meani alle 11.20. C’è un sms dove questo della Federazione dice a Meani: ‘Arbitro Trefoloni, siamo tutti con voi, non mollate’. Questo è un sms che sta agli atti del tribunale. Di queste cose la Federazione non ha tenuto conto. Adesso vediamo se ne terrà conto in futuro. Oppure Facchetti che dice per avere Collina: ‘Mettete due preclusi, uno Rosetti, e l’altro De Sanctis che aveva arbitrato la settimana prima la Juventus’. La Juventus queste cose non le ha mai fatte. E allora bisogna che ora vengano a pari. E adesso la vogliono Calciopoli? L’avranno”.

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