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Canti della Resistenza italiana

del Prof. Pancrazio Caponetto – Molto è stato scritto sul rapporto tra Resistenza e letteratura, tra Resistenza e cinema meno si sa sui canti che accompagnarono i venti mesi di lotta partigiana. Poco conosciuta è anche la storia di BELLA CIAO, il canto più famoso delle Resistenza italiana. Pochi sanno che deriva da un canto di risaia diffuso tra le mondine padane ( se ne può ascoltare una versione in Il fischio del vapore, disco di Francesco De Gregori e Giovanna Marini, uscito nel 2002 ). Ancora: quanti sanno che, come leggiamo nelle note contenute in Pieta’ l’e’ morta, raccolta di canti della Resistenza pubblicata da i Dischi del sole, “presumibilmente Bella ciao non fu mai cantata durante la guerra partigiana, ma nacque nell’immediato dopoguerra. La sua popolarità ebbe inizio nel 1948, al festival della gioventù di Berlino, dove fu cantata, con enorme successo, da un gruppo di studenti italiani.”
Detto questo vediamo alcuni canti della Resistenz a italiana.

Partiamo dall’inizio, cioè dall’8 settembre del 1943. In quella data, infatti, viene firmato l’armistizio tra l’Italia e gli alleati anglo-americani. Il Re e il capo del governo, Maresciallo Badoglio lasciano la capitale, l’esercito italiano senz a ordini precisi si sbanda. Molti soldati cercano di tornare a casa, tanti vengono catturati dai tedeschi, che avevano occupato l’Italia, e deportati in Germania. Ad opera di alcuni soldati italiani iniziano i primi episodi della Resistenza.

Su queste vicende abbiamo un canto: Canzone dell’ otto settembre, un canto di prigionia , composto sull’aria di una canzone popolare di protesta, Un bel giorno andando in francia.

La canzone dell’8 settembre ha solo tre strofe:
” L’8 settembre fu la data/ l’armistizio fu firmato/ mi credevo congedato/ e dalla mamma ritornar
Al giorno poi fu fallito/ quel bel sogno lusinghiero/ mi han fatto prigioniero/ e in Germania ritornar
Lunghi son quei tristi giorni/ di tristezza e patimenti / ci han ‘rivati a tanti stenti/ che in Italia tornerò. ”
Vi sono poi canti che furono inni di brigate partigiane. E’ il caso di Dalle belle citta’ e La su quei monti. Il primo fu l’inno della terza brigata Garibaldi in Liguria, che venne quasi interamente distrutta in uno scontro dell’aprile 1944. Il secondo fu il canto dalle formazioni di Giustizia e Libertà, di orientamento liberalsocialista, nel cuneese.

Ecco il ritornello di Dalle belle citta’:
” Siamo i ribelli della montagna/ viviam di stenti e di patimenti/ ma quella fede che ci accompagna/ sarà la legge dell’avvenir”

La su quei monti venne composta su un modulo che riprende canzoni alpine della prima e della seconda guerra mondiale. Ecco il ritornello del canto:
” Il partigiano, l’arma alla mano/ guarda lontano, guarda lontano/ con la certezza che porterà/ giustizia giustiza e libertà/ là su quei monti stanno sparando/ là c’è il comando, là c’è il comando/ là su quei monti stanno sparando/ là c’è il comando del partigian.”

Un canto violentemente antimonarchico è A morte la casa Savoja. Evidentemente qui si accusano i Savoia per il ventennale appoggio al regime fascista. Secondo testimonianze riportate nella già citata raccolta dei Dischi del sole, fu cantata dal plotone esploratori divisionale durante una visita al fronte del Principe Umberto di Savoia, futuro re. Ecco alcune strofe del canto:
” A morte la casa Savoja/ bagnata da un’onda di sangue/ si sveglia il popol che langue
O ladri del nostro sudore/ nel mondo siam tutti fratelli/ noi siamo le schiere ribelli/ sorgiamo che giunta è la fin / a morte il re e il principin.”

Tra i canti della Resistenza c’è posto anche per la satira. E’ il caso de La badogliede. Venne composta da alcuni partigiani, tra cui : Livio Bianco ( avvocato, medaglia d’argento al valor militare ) e Nuto Revelli ( ex ufficiale degli alpini sul fronte russo, nel dopoguerra affermato scrittore, tra i suoi testi Mai tardi. diario di un alpino in russia e Il mondo dei vinti ).

La badoglieide ripercorre in chiave satirica la carriera militare e poltica del Maresciallo Pietro Badoglio, designato dal re Vittorio Emanuele III, capo del governo dopo la deposizione di Mussolini. Di lui si ricorda la contiguità con il regime fascista ( ” O Badoglio, Pietro Badoglio/ ingrassato dal fascio Littorio…Ti ricordi quand’eri fascista/ e facevi il saluto romano/ e al Duce stringevi la mano… ) ; le campagne militari ( ” Ti ricordi l’impresa d’Etiopia/ e il ducato di Addis Abeba/ meritavi di prender l’ameba/ e invece facevi i milion… Ti ricordi la guerra di Francia/ che l’Italia copriva d’infamia…Ti ricordi la guerra di Grecia/ coi soldati mandati al macello/ ed allora per farti più bello/ rassegnavi le tue dimission… ); la sostanziale continuità del suo governo con il fascismo ( ” Gli squadristi li hai richiamati/ gli antifascisti li hai messi in galera/ la camicia non era più nera/ ma il fascismo restava il padron… ) e infine “la fuga ingloriosa ” insieme a Vittorio Emanuele III dopo l’armistizio dell’8 settembre ( ” Ti ricordi la fuga ingloriosa/ con il re, verso terre sicure/ siete proprio due sporche figure/ meritate la fucilazion… ).

Come è scritto nelle note della raccolta di canti della resistenza dei Dischi del sole, La badoglieide ” per il suo contenuto anti-sabaudo e anti-badogliano… con alcune ovvie modifichefu anche cantata, nei giorni della Repubblica di Salò, da reparti militari fascisti.”

Un’ altra canzone della Resistenza che riprende un canto degli alpini ( sul ponte di Perati ) è PIETA’ L’E’ MORTA. Le parole sono anche questa volta di Nuto Revelli. La canzone era diffusa tra i partigiani del cuneese, molti dei quali provenivano dagli alpini. Ecco due strofe di questo canto:
” Combatte il partigiano la sua battaglia/ tedeschi e fascisti fuori d’Italia/ Tedeschi e fascisti fuori d’Italia / gridiamo a tutta forza pietà l’è morta.”

Infine ecco la più popolare canzone partigiana, dopo Bella ciao, Fischia il vento. La melodia deriva da una canzone sovietica Katiuscia, le prime pariole italiane risalgono ai soldati dell’ARMIR in Russia. Il testo del canto partigiano è da attribuire a Felice Cascione medico di una divisione garibaldina e medaglia d’oro al valor militare.
Ecco alcune strofe del canto:
” Fischia il vento infuria la bufera/ scarpe rotte eppur bisogna andar/ a conquistare la rossa primavera/ dove sorge il sol dell’avvenir…
Cessa il vento calma è la bufera/ torna a casa il fiero partigian/ sventolando la rossa sua bandiera/ vittoriosi alfin liberi siam. “

Questi ed altri canti della Resistenza italiana si possono ascoltare connettendosi a youtube. Se avete trovato interessante quest’articolo , se vi sono piaciuti i testi ora non resta che ascoltare i canti per apprezzarli fino in fondo.
Buon ascolto.

Prof. Pancrazio Caponetto


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© Litis.it – 26 Aprile 2020 – Riproduzione riservata

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