Attualità

Basta liti, serve un tavolo per la salute della giustizia


di Antonio Patrono ” Segretario Generale di Magistratura Indipendente


L’ approvazione con voto di fiducia alla Camera dei deputati del disegno di
legge delega sulla riforma dell’ordinamento giudiziario ha determinato la
prevista, inevitabile e sacrosanta reazione dell’Anm che ha confermato i due
giorni di sciopero già proclamati ed ha avviato ulteriori iniziative di
protesta. Sono ormai tre anni che la maggioranza politica si contrappone ai
magistrati di fatto su un unico tema, l’ordinamento giudiziario, che è
l’insieme di regole che disciplinano la nomina, la promozione e in generale la
carriera dei magistrati in tutti i suoi aspetti. Le modifiche proposte dalla
riforma sono giustamente contestate perchè, in taluni aspetti significativi,
saranno certamente foriere di ulteriori inefficienze e creeranno le premesse per
un "modello" futuro di magistrato meno obiettivo e più condizionabile di quello
odierno. Ma è arrivato il momento di dire chiaramente che, per quanto cio’ sia
grave, la cosa più grave non è nemmeno questa. La cosa più grave è che la
giustizia funzionava male già all’inizio di questa legislatura, non si è fatto
nulla per farla funzionare meglio, oggi funziona anche peggio, non c’è alcuna
prospettiva che possa migliorare e l’unica prospettiva concreta è che possa
ancora peggiorare. Cosa ancor più grave è che chi aveva la responsabilità di
farlo non ha fatto nulla per risolvere il vero problema, ovverosia l’esasperante
lentezza dei processi, preferendo limitarsi ad ingaggiare una sterile battaglia
di religione con i magistrati su un provvedimento che, per ammissione di tutti,
in ogni caso non è idoneo a ridurre nemmeno di un giorno la durata di un
processo. Da tutto cio’ discende che, invece di essere tutti insieme impegnati
giorno e notte a studiare il vero problema e a risolverlo, si è ormai tutti
contro tutti, politici contro magistrati, magistrati contro politici, avvocati
contro politici e magistrati, in una guerra distruttiva che ovviamente non
porterà a nulla di buono e dalla quale i cittadini non ricaveranno mai niente
di utile. Cio’ che non si è fatto finora, si deve fare oggi, per meritare la
fiducia della gente e per essere utili al Paese. Si devono fermare le macchine,
tutte quelle in corso, e si deve creare un grande tavolo per la "salute della
giustizia" al quale far sedere tutti gli interessati, i politici di maggioranza
e opposizione, i magistrati, gli avvocati e i rappresentanti delle forze
sociali. A questo tavolo ci si dovrà dire tutto, senza reticenze, ma animati
soltanto da spirito costruttivo. Da questo tavolo dovranno uscire le diagnosi e
le terapie, che poi ognuno contribuirà a realizzare nell’ambito delle proprie
competenze, sotto l’occhio vigile della pubblica opinione. Un tavolo di questo
genere, al quale partecipino tutti e su tutto quello che riguarda la giustizia,
sarebbe uno strumento politico eccezionale necessario per risolvere una
situazione politica eccezionale: il risanamento di un settore pubblico vitale
per la democrazia, reso inefficiente da anni di errori e inquinato da inutili
accuse e contrapposizioni. Sono convinto che chi avviasse una simile iniziativa
meriterebbe il rispetto e la gratitudine di tutti i cittadini.

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