Civile

Il principio dell’anticipazione della efficacia della sentenza di condanna opera anche per le domande accessorie. Corte Costituzionale, Sentenza n. 232 del 16/07/2004

L’art. 282 cod. proc. civ. non impedisce che
siano muniti di efficacia esecutiva immediata capi condannatori “accessori” (id
est
, di accoglimento di domande accessorie ex art. 31 cod. proc. civ.)
rispetto a capo non condannatorio relativo alla domanda principale, e cioè che,
ove di vera accessorietà si tratti, opera pienamente il principio
dell’anticipazione della efficacia della sentenza di merito (di condanna)
rispetto al momento della definitività.

 

Il capo della condanna alle spese, poi, non puo’
certamente definirsi “accessorio” nel senso di cui all’art. 31 cod. proc. civ.,
in quanto non solo la pronuncia sulle spese non presuppone affatto, affinchè il
giudice possa (ed anzi, debba) adottarla, una domanda di parte (la quale, pure
se proposta, è irrilevante ai fini del valore della causa: arg. ex artt.
10 e 31 cod. proc. civ.), ma essa ha il suo “titolo” esclusivamente nel
contenuto della decisione sul merito della controversia, in applicazione del
principio della soccombenza (art. 91 cod. proc. civ.).

 

Di qui la conseguenza che il capo sulle spese,
quando costituisce corollario (più che “accessorio”) di una pronuncia di merito
non suscettibile per il suo contenuto di vedere anticipata la sua efficacia
rispetto alla definitività, non chiama in gioco, nonostante sia un capo di
condanna, l’art. 282 cod. proc. civ., il quale, si ripete, riguarda di per sè
esclusivamente la decisione di merito. (M. M.)

 


Corte
Costituzionale, Sentenza n. 232 del 16/07/2004


 


Presidente                   ONIDA     
  Relatore                   VACCARELLA

Camera di
Consiglio del                 12/05/2004               Decisione del 
08/07/2004


Deposito del                16/07/2004                             
  Pubblicazione in G. U. 

 

Ordinanze di rimessione 936/2003  

 



                                                                        
                                 SENTENZA N.232

 


                                                                                                         
ANNO 2004

 

REPUBBLICA ITALIANA

 

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

 

LA CORTE COSTITUZIONALE

 

composta dai
signori:

 

– 
Valerio                                                         ONIDA             
Presidente

 

– 
Fernanda                                                      CONTRI   Giudice

 

–  Guido
                                                          NEPPI MODONA “

 

–  Piero
Alberto                                     CAPOTOSTI                  “

 

– 
Annibale                                                      
MARINI             “

 

–  Giovanni Maria                                             
FLICK                “

 

– 
Francesco                                         AMIRANTE                    “

 

– 
Ugo                                                  DE SIERVO                   

 

– 
Romano                                                        VACCARELLA    
      “

 

– 
Alfio                                                 FINOCCHIARO         “

– 
Alfonso                                                        
QUARANTA                   “

ha pronunciato la seguente

 

SENTENZA

 

nel giudizio di legittimità costituzionale del
combinato disposto degli articoli 282 e 474 del codice di procedura civile
promosso con ordinanza del 14 luglio 2003 dal Giudice unico del Tribunale di
Torino nel procedimento civile vertente tra Lacu Angela e Diana Marisa, iscritta
al n. 936 del registro ordinanze 2003 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale
della Repubblica n. 46, prima serie speciale, dell’anno 2003.

 

            Visto l’atto di intervento
del Presidente del Consiglio dei ministri;

 

            udito nella camera di
consiglio del 12 maggio 2004 il Giudice relatore Romano Vaccarella.

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