Attualità

Uno spot contro la pirateria. Iniziativa della Presidenza Consiglio

Uno spot per il grande pubblico e una rivista
quadrimestrale per gli addetti ai lavori. La presidenza del Consiglio scende
ancora in campo contro la pirateria multimediale e avverte: l’attentato al
diritto di autore "è un problema grave, un danno per tutti".
Protagonista dello spot Giorgio Faletti, la rivista, un quadrimestrale edito
dal dipartimento per l’infomazione e l’editoria, si intitola "Crimes e
Computer".

Un attentato al diritto di autore , ma anche un
fenomeno che in Italia si aggira intorno a 1,3 miliardi di euro l’anno. Ed è
in crescita. E’ la pirateria multimediale, contro la quale la Presidenza del
Consiglio ha lanciato una campagna di informazione a tutto campo, con uno spot
destinato al grande pubblico e una rivista che punta a far discutere gli
addetti ai lavori. Perchè il problema "è grave", ha sintetizzato il
sottosegratrio alla Presidenza Paolo Bonaiuti. E " la gente deve capire
che la pirateria è un danno per tutti".

Lo spot, che andrà su tv radio e giornali, ha
per testimonial Giorgio Faletti, "inchiodato" con le spalle al muro
dal lancio di due compact ( che nello spot stampato si aggiungono anche a
cassette e fogli da fotocopia per meglio rendere il senso della multimedialità
del fenomeno). "Ma sia ben chiaro che non abbiamo voluto criminalizzare
nessuno", ha precisato il segretario generale alla Presidenza del
Consiglio Mauro Masi, Capo del dipartimento per l’Informazione e l’editoria.
"Internet è una grande opportunità, una grandissima risorsa. – ha
sottolineato – Ma anche un rischio e il discrimine tra la risorsa e il rischio
è la legalità ".

A realizzare lo spot, che è messo a
disposizione gratuitamente dalla presidenza del Consiglio, è stata l’agenzia
Alan Bates, vincitrice di una gara pubblica che metteva in palio 131 mila euro
per la creatività. Obiettivo, ha rimarcato Masi, "alzare il livello di
consapevolezza dell’opinione pubblica sul fenomeno della pirateria
multimediale".

Il risultato è un messaggio di grande impatto,
in qualche modo ‘alleggerito’ e reso spiritoso dalla scelta del testimonial:
"C’è un meccanismo criminale che minaccia l’industria, la creatività e
la cultura", dice una voce fuori campo dopo che l’occhio della telecamera
ha ripreso in azione una fotocopiatrice, un videoregistratore, un masterizzatore
per cd. Faletti, rincorso da un invisibile criminale, finisce con le spalle al
muro: "la pirateria multimediale è un crimine", ammonisce la voce
fuori campo. Due compact lanciati da una mano invisibile si inchiodano al muro
come fossero coltelli, a un soffio dalle spalle dell’attore. Che sussurra:
"stanne fuori!".

Accanto allo spot, la rivista, un
quadrimestrale intitolato "Crimes e Computers" edita dal Dipartimento
per l’editoria della Presidenza del Consiglio. "E’ destinata ad un
pubblico di addetti ai lavori – ha precisato Masi – ma si propone anche di
suscitare un dibattito". Mentre la campagna, ha ricordato ancora Masi, si
affianca alle altre iniziative prese recentemente dal governo contro la
pirateria multimediale, come il decreto ad hoc approvato sabato 23 aprile dal
primo consiglio dei ministri del nuovo governo.

In sala per la presentazione, i rappresentanti
della Siae, di Confindustria, delle case discografiche Fimi, che hanno
applaudito l’iniziativa ("Un’iniziativa fondamentale – ha detto per
l’associazione italiana editori Ivan Cecchini – speriamo che il sia il primo
passo per una generale sensibilizzazione.

L’opinione pubblica deve capire che la
pirateria multimediale è un danno e non da poco: l’industria dei contenuti
puo’ morire". Fra gli invitati anche Giulio Rapetti in arte Mogol, che per
il primo numero della rivista ha scritto "l’opinione", con un
intervento, ha sottolineato Masi, "molto critico".

E che è  stato protagonista di un
accorato intervento: "Bene la campagna di informazione – ha detto – ma non
basta, bisogna studiare un piano, occorre un comitato interparlamentare per la
tutela del diritto d’autore. Perchè la fine del diritto d’autore è la fine
della creatività e della cultura". E se è vero che quello della pirateria
è un problema a carattere internazionale e che una delle cause, come ha detto
Bonaiuti, puo’ essere individuata nella "mancanza di una norma chiara e
specifica che tuteli i diritti di autore su internet", l’Italia, ha
proposto sempre Mogol, "potrebbe diventare il motore di un meccanismo
internazionale" per contrastarla.

 

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