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Una rivista Underground: “Re Nudo”

di Pancrazio Caponetto – “I giornali underground ( letteralmente “sottoterra”, il nome è importato dagli Stati Uniti e indica un genere di cultura che si svolge ai margini della società quasi clandestinamente …) in Italia non si contano più.” Così in un articolo su Panorama, del 4 maggio 1972, il giornalista Massimo Di Nola segnalava l’esplosione del fenomeno delle riviste underground italiane negli anni ’70.

Vi era STAMPA ALTERNATIVA che diffondeva manuali d’uso al prezzo di 100 lire o poco più ( “Fare controinformazione”, “Manuale per la coltivazione della marjuana”, “Anticoncezionali”,” Andare in India” ); OM fondata da un gruppo che si definiva “tibetano” e che sosteneva di essere in contatto con santoni indiani; FALLO ! che si occupava di sesso, droga e musica rock; PUZZ controgiornale di fumetti e tantissime altre. Il pubblico abituale della stampa underground italiana era costituito dal cosiddetto “movement”, un insieme di persone come studenti stanchi della scuola e della famiglia, artisti che si ponevano fuori dei canali tradizionali della cultura, individui che rifiutavano di avere un ruolo sociale stabile, ecc. I temi trattati dalla stampa underground erano la lotta contro l’autoritarisno della società,la musica rock, la proposta di un libero uso di hascisc e marjuana, progetti di costituzioni di comuni alternative alla vita familiare, la liberazione sessuale ( riscoperta della omosessualità maschile e femminile, abolizione dei rapporti basati sul possesso e la gelosia ).Spesso la stampa undergound finiva nel mirino della Magistratura.

Sulla testa di Marcello Baraghini, giornalista direttore di alcuni giornali underground, pendevano 77 denunce per vilipendio e pubblicazione oscena. Molte di queste riviste uscirono solo per pochi numeri. Quella più longeva e, forse, più famosa dell’underground italiano anni ’70, fu “Re nudo “. Nacque a Milano per iniziativa di Andrea Valcarenghi, Guido Vivi e Michele Straniero. Valcarenghi direttore e principale responsabile della linea editoriale della rivista per tutta la sua durata, veniva dall’esperienza di Onda verde, gruppo “provos” italiano fondato da giovani intellettuali nel 1967. Il numero 0 di “Re nudo”,appare nel novembre 1970 come supplemento di “Lotta continua”, giornale dell’omonima organizzazione politica della Sinistra extraparlamentare. Questo numero riporta in copertina il testo della favola Gli abiti nuovi dell’imperatore del narratore danese H.C. Andersen, nota come la favola del “Re nudo”, da cui è tratto il titolo della rivista. Siccome per fare uscire un giornale è necessario un direttore responsabile iscritto all’albo dei giornalisti, l’incarico viene assunto da Marco Pannella, leader del Partito Radicale.

La rivista non solo porta avanti i temi tipici della cultura underground ( rock, fumetti, libera sessualità, droghe ) ma si segnala subito anche per il tentativo di incidere nella lotta politica e proporre nuove esperienze di aggregazione giovanile. Nel 1972 “Re nudo” sostiene la nascita del movimento delle Pantere bianche ( ispirato alle White panthers americane, collettivo politico antirazzista e anticapitalista ) per sostenere le lotte per i diritti civili ( divorzio, aborto ) ed occuparsi di situazioni di disagio sociale ( condizione delle carceri, abbandono delle periferie urbane ).Il progetto non riuscirà a decollare perchè la critica al sistema capitalistico non si conciliava con le regole del mercato che anche la rivista accettava ospitando pubblicità sulle sue pagine.

Dal punto di vista delle nuove forme di aggregazione giovanile, “Re nudo” organizzerà e gestirà otto raduni musicali, pop festival ( il più famoso si svolgerà al Parco Lambro di Milano, 26 – 29 giugno 1976, con la partecipazione di quattrocentomila persone ). I raduni hanno l’obiettivo di far vivere ai giovani una diversa idea di collettività, fondata sulla solidarietà e sul rifiuto delle regole della società borghese. Sulla rivista i festival vengono paragonati a momenti di lotta politica, come le barricate in piazza e le occupazioni delle case, col fine di trasformare il tempo libero in tempo liberato dai condizionamenti sociali e economici.

Fin dai primi numeri ampio spazio viene dato alle battaglie del movimento femminista e degli omosessuali. La rivista riserva, inoltre, costante attenzione a quanti vivono situazioni di marginalità sociale: disoccupati, giovani proletari delle periferie, tossicodipendenti. A propositodel mondo della droga, “Re nudo”, dopo aver sostenuto il consumo della droga come esperienza positiva in un’ottica controculturale, prende una posizione fortemente critica sull’uso dell’eroina, considerati gli effetti narcotizzanti della sostanza che appaiono del tutto funzionali alla logica del sistema capitalistico.

Tra le forme creative presenti nelle pagine della rivista, oltre alla letteratura e ai fumetti, compare costantemente la musica pop con moltissimi articoli sulla musica alternativa, i pop festival e il circuito di produzione musicale indipendente dalle grandi case discografiche.

L’ambizione della rivista era quella di riprendere i fermenti della cultura underground , già emersi negli anni ’60, e coniugarli con la tradizione marxista dando vita a un progetto autenticamente rivoluzionario.Un dibattito sulla questione si apre con il convegno Oltre l’underground, tenutosi a Milano nel 1973. ” Re nudo ” si propone come punto di riferimento dei soggetti controculturali e extraparlamentari presenti in Italia,tra questi , è sicuramente Lotta Continua a rappresentare il movimento più vicino alla rivista. Abbandonando il terreno della nonviolenza, che era stato tratto caratteristico della controcultura beat negli anni’60, la rivista concede ampio spazio alle manifestazioni di violenza politica, accogliendo, ad esempio, i primi comunicati delle Brigate Rosse e interventi di altri gruppi politici armati, italiani e internazionali, come i Weather Underground organizzazione della sinistra radicale americana.

La prima serie di “Re nudo” cessa le pubblicazioni nel 1980. Andrea Valcarenghi, leader della rivista, dopo un viaggio in India, aderisice alla religione del guru Osho Rajenessh e nel 1996 dà vita a un seconda serie di “Re nudo ” che propone riflessioni sulla ecologia olistica e sulla ricerca spirituale.
Nel 2012, Adriano Sofri, che fu esponente di spicco di “Lotta continua” negli anni ’70, ha ricordato con queste parole l’esperienza della rivista:” L’autorità messa a nudo: e con lei lo strascico di soggezioni, mortificazioni, genuflessioni, bastonate e note in condotta inflitte ai poveretti, ai sudditi, ai lavoratori manuali, ai ripetenti dell’ultimo banco, a quelli di campagna e a quelli del meridione. Fu bellissimo.”


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© Litis.it – 29 Giugno 2020 – Riproduzione riservata

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